Jacques Lacan, Ancora.

"l'inconscio non è che l'essere pensa, l'inconscio è che l'essere, parlando, gode, e, aggiungo, non vuole saperne di più.
Aggiungo anche che questo vuol dire non sapere assolutamente niente".


J. Lacan, Il Seminario XX, Ancora.


4 ott 2010

Il libro di cui si parla: "Il bambino e le famiglie".

Recensione di Miquel Bassols al libro dell'Antenna del Campo Freudiano di Rimini "Il bambino e le famiglie", Marianna Matteoni, Gabriele Pazzaglia (a cura di), Panozzo Editore, Rimini 2010. Il libro è stato pubblicato dall'Antenna del Campo freudiano di Rimini. È il secondo di una collezione promossa dai nostri colleghi ed è dedicato a un carissimo personaggio, Giovanni Roseo, deceduto poco tempo fa e che ho avuto il piacere di conoscere più da vicino in una giornata di lavoro in quella città. Giovanni Roseo ha significato per molti dei colleghi di Rimini il primo incontro con la causa analitica e ha avuto una funzione eminente nella creazione della sede della città della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e dell'Antenna di Rimini, di cui è stato il primo responsabile. La sua partecipazione nelle attività che hanno motivato questo libro lo rende un documento parlicolarmenrte toccante per tutti coloro che hanno lavorato con lui. Il bambino, quindi, e le famiglie. Si tratta, infatti, del bambino al singolare, delle famiglie al plurale. La pluraltzzazione delle forme familiari, che va di pari passo con una pluralizzazione mutevole della funzione simbolica dei nomi del padre, viene affrontata in questo volume attraverso i suoi molteplici versanti nella clinica e nel1a teoria. Lo studio della funzione simbolica del padre è la parte più trattata - nella tavola rotonda che apre il volume così come nei lavori delle altre partí - e ciò indica il valore di sintomo che questa funzione assume nel1'attualità dei nuovi legami familiari. Se il bambino è, secondo 1a formula lacaniana, sintomo della coppia parentale, il padre è anche i1 sintomo delle nuove forme familiari. L'argomento viene trattato da prospettive molto diverse, ed è ciò che dà a questo volume un valore speciale all'interno degli sviluppi del Campo freudiano. La tavola rotonda, con il tema "Il padre tra sacro e profano", include gli interventi di vari partecipanti come Aldo Amati (Vicario Generale della Diocesi di Rimini), Alessandro Giovanardi( Studioso di arte sacra e simbolica), Paolo Olmi (Direttore d'orchestra)e Pierre-Gilles Guéguen (Psicoanalista) sotto la presidenza del già nominato Giovanni Roseo. Così come il discorso religioso sostiene che "figli di Dio non si nasce, non è un fatto creaturale"(p. 18), allo stesso modo il padre ne1la sua funzione simbolica deve essere "adottato" dal soggetto come un nome di un godimento che deve essere perduto per dargli un posto nel mondo. Lo studioso dell'arte sacra indica la presenza piuttosto "misteriosa e sottile [...] segreta del Padre" che incarna una specie di "silenzio assoluto" nella scena della famiglia di tradizione cristiana (p. 15). I diversi ritratti del padre, dal padre dell'amore al padre malvagio, fanno apparire così le diverse forme di quel fatto di struttura che Freud situò come il luogo del padre morto nel linguaggio e che Lacan formalizzò come l'operatore della separazione del bambino dal godimento della madre. Cosa dire allora del destino della famigiia per il soggetto se non che deve compiere (per sé) la funzione di separar1o dai suoi primi oggetti per permettergli un víncolo con il suo esterno? Tornare da qui alle elaborazioní di un primo Jacques Lacan, anteriore al Lacan che iniziò il suo insegnamento nel 1953,è un percorso necessario per capire l'attualità di questa funzione della famíglia per il bambino e la bambina. Il riferimento maggiore è, infatti, il suo testo iniziale, precursore, del 1938 su "I complessi familiari nella formazione dell'indiuiduo", e che già allora dava conto del declino che la funzione paterna sperimenta nel mondo contemporaneo. Il volume dedica a questo tema tutta una seconda parte di prezíosi conmenti fatti da Esthela Solano, Massimo Termini, Virginio Baio, Lilia Mahjoub e Pierre-Gilles Guéguen. Il dibattito è, infatti, molto attuale, poiché "oggi la famiglia è divenuta un'istituzione molto fragile, un'istituzione di cui si vedono apparire nuove forme, come la famiglia monoparentale in cui non ci sono i due genitori che si occupano del bambino (p. 61). Lo studio e i commento di diversi casi clinici, dal padre inoperante, passando per il padre in Amleto o anche in Gustav Mahlea fino alla clinica dell'autismo al di là della sua riduzione a disturbo organico, indicano anche la funzione paterna come condizione necessaria per la nascita del soggetto nel legame familiare, a prescindere dalla forma che esso assume. Come scrive Antonio Di Ciaccia nella presentazione del volume: "In fondo I'essere umano ha talmente bisosno del padre che, quando non ce l'ha, almeno quando non ce l'ha come quel punto di riferimento stabile che funziona da perno nella sua vita, ebbene, allora se lo inventa" (p. l2). Ed è con questa invenzione, fuori da ogni nostalgia del padre, che il bambino del nostro tempo si fa soggetto delle famiglie da cui dovrà sapere, finalmente, separarsi. Miquel Bassols (testo pubblicato su: La Psicoanalisi n° 46 - luglio-dicembre 2009 - Studi Internazionali del Campo Freudiano - Rivista Italiana della Scuola Europea di Psicoanalisi, Casa Editrice Astrolabio, p. 316-318). Traduzione di Bianca Maria Lenzi

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