Jacques Lacan, Ancora.

"l'inconscio non è che l'essere pensa, l'inconscio è che l'essere, parlando, gode, e, aggiungo, non vuole saperne di più.
Aggiungo anche che questo vuol dire non sapere assolutamente niente".


J. Lacan, Il Seminario XX, Ancora.


22 nov 2010

INTERVISTA A LUISELLA BRUSA EFFETTUATA DALLA SEGRETERIA DELLA S.L.P. DI RIMINI IN OCCASIONE DELLA CONFERENZA PUBBLICA DEL 19 NOBEMBRE 2010

"Che vuole la donna?" Commedia e drammi della differenza sessuale alla ricerca della felicità. relatore: Luisella Brusa ____________________________________________________________________ IL SUO TITOLO RIPRENDE L'ENIGMA-SCOGLIO A CUI E' ARRIVATO IL PERCORSO FREUDIANO, CIOE': “CHE VUOLE UNA DONNA?” la psicoanalisi ha fatto dei passi avanti al riguardo? Assolutamente sì. Possiamo dire che la psicoanalisi sorge con il sorgere di questa stessa domanda "Che vuole la donna?", quesito che Freud ha estratto dall'inconscio e ha formulato a chiare lettere. E' un quesito prettamente moderno, che appare con la frattura che la modernità introduce nella tradizione ebraico cristiana, la nostra. E' stato Lacan ad aver storicizzato il quesito di Freud e ad aver risolto l'enigma. La psicoanalisi, l'esperienza psicoanalitica di ciascuno, se portata fino in fondo, conduce alla soluzione del quesito. LA FELICITA'... MOLTI LA PROMETTONO. COSA NE PENSA LA PSICOANALISI? E' UN TRAGUARDO RAGGIUNGIBILE? La psicoanalisi non la promette, è la sua differenza rispetto alle psicoterapie del mercato. Per contro si può tranquillamente dire che la raggiunge. Il percorso intermedio, che è quello di una 'analisi, trasforma radicalmente le componenti chimiche della felicità. Che inizialmente è impossibile perchè è composta da una miscela esplosiva, più il soggetto pensa dia avvicinarvisi e più soffre, e ciò è dovuto a quella che la psicoanalisi chiama la pulsione di mort. Con un'analisi la chimicha soggettiva - mantengo questa metafora che rende bene l'idea - cambia. La componente di pulsione di morte si alleggerisce e il soggetto può arrivarei alla sua meta, che nel frattempo ha cambiato miscela, non è più esplosiva, è alleggerita, è svuotata, è divenuta ciò che Lacan indica con il nome di desiderio. La felicità è abitare il proprio desiderio, non è un'orgia di godimento. E come tale è raggiungibile, è il vero fine di unanalisi. ESISTE UNA DIFFERENZA SESSUALE CHE RIGUARDA LA RICERCA DELLA FELICITA'? L'amore, la coppia, il matrimonio, il divorzio, il rimatrimonio, sono tutti tentativi, a volte maldestri, che i soggetti fanno per cercare la felicità a partire dalla differenza sessuale. La solitudine e la mancanza che marcano ciascuno di noi nella sua posizione sessuata, ci fanno cercare un balsamo nell'altro. E' una ricerca legittima, se la strada è ricca di incidenti è per via della domanda da cui siamo partiti, "Che vuole una donna?", una domanda che in questa ricerca della felicità funziona come fonte di angoscia e come punto di smarrimento, per le donne altrettanto che per gli uomini, una domanda accecante che fa accettare condizioni di infelicità anche grande nelle relazioni, in nome del fantasma con cui ciascuno risponde inconsciamente all'enigma.

10 nov 2010

Segreteria SLP RIMINI: Intervento pronunciato in occasione della giornata in preparazione al Convegno di Torino 2010 “DALLA PARTE DELL'INCONSCIO”

LA "COMUNICAZIONE OUTRE" IN UN TESTO DI GIORGIO GABER di Omar Battisti. __________________________________________________________________ Il testo di cui vorrei trattare si chiama "Il porcellino", ed è un monologo tratto da "Anni affollati", la stagione teatrale di Gaber dell'anno 1981. Ho pensato a questo testo per due motivi: il primo è che c'è qualcosa che mi parla dell'inconscio; il secondo è che questo qualcosa è l'ipotesi che Gaber stia parlando segretamente con Freud. "Il porcellino" è realmente presente in scena: in una gabbia è chiuso un porcellino d'india con cui Gaber sta parlando. Questo porcellino è chiamato "Gismondo". L'associazione che mi viene in mente è quella tra Gismondo – Sigismondo e Sigmund. Inoltre c'è una serie che vorrei estrapolare dal testo: parola – gioco – libido – morte. Questa catena mi pare come qualcosa lungo cui scorre una questione che si potrebbe porre su due piani: su un primo piano si tratterebbe di come è possibile farsi capire da un altro; su un altro piano invece si tratterebbe del fatto che manca "la possibilità di dire una cosa a un altro". L'aver chiamato il porcellino "Gismondo" mi porta ad alcune considerazioni: l'altro con cui Gaber sta parlando, e aggiungo con cui sta cercando di farsi capire, è un animale in gabbia che ha un nome che evoca quello di Freud. Gaber gli spiega che "la parola è importante" perchè "Se tu a uno gli fai: , quello sta zitto", ma quando gli intima di mangiare il mandarancio che gli ha portato, di fronte al fatto che il porcellino non lo mangia, considera che "la parola non è tutto" e che "esistono linguaggi più semplici e misteriosi", "quelli della comunicazione ". Ed ecco allora che il richiamo va al gioco. Mi preme evidenziare che, al di là di quello che Gaber dice rispetto al gioco, alla fine di questo passaggio è come se si accorgesse che il porcellino non lo ascoltava, era "distratto", perchè forse è "un pò imbecille". Quindi, si potrebbe dire che questo altro non può capire. Ecco allora che si passa dal gioco alla "libido", al livello di quelli che Gaber nel testo considera come istinti uguali per tutti, dunque un livello dove forse potrebbe capirsi con il porcellino Freud. Tuttavia anche qui viene "respinto" e Gaber comincia una breve disputa dove ricorda l'importanza dell'amore per trovare "un punto di intesa", "una penetrazione". A partire dall'equivoco delle penetrazione, si potrebbe dire che Gaber constata il fallimento della comunicazione con l'altro in questione, il porcellino Freud, e passa a trattare della morte, come "qualcosa che valga per me, per te". Qui vorrei precisare che non è più in questione il fatto di potersi capire con un altro, ma che ci sia qualcosa da cui nessuno può sfuggire, con cui ognuno è costretto a fare i conti. Ma nel proseguo del monologo Gaber parla del fatto che ha visto un porcellino morire e considera che "quando si muore bisogna anche godere" e che "il peggio è per chi assiste". A partire da questa frase è come se ci fosse un repentino cambio di registro, cioè è come se Gaber non stesse più parlando con il porcellino, ma parlasse con un altra dimensione. Infatti continua dicendo: "E mio padre moriva". Di fronte a questa morte Gaber porta in primo piano che "non basta capire, bisognerebbe essere". Quindi a questo livello non sarebbe importante la possibilità di farsi capire, ma forse si potrebbe dire che c'è in gioco la possibilità di condividere un'esperienza di fronte alla quale "mancava la possibilità di dire una cosa ad un altro". Vorrei far presente che non si tratterebbe tanto della mancanza di una parola da dire, ma ancora più radicalmente, è la possibilità stessa del dire che manca. Quindi non è tanto che manca la parola ma che manca proprio il dire. Davanti a questa mancanza radicale, Gaber fa presente nel monologo che allungò una mano verso il padre morente, "ma con paura, senza amore", e aggiunge che "forse è solo questo che possiamo fare senza ingannare noi stessi". Questo passaggio mi evoca la frase di Lacan che l'angoscia è ciò che non inganna, e mi riporta al reale di Lacan. Il monologo termina con Gaber che si chiede: "Ma se non esiste più neanche un essere [...] con cui puoi..." e non termina la frase, come a rincarare la dose sul fatto che manca la possibilità di dire. Ciò che resta è la fine del monologo, con Gaber che ripete per tre volte la frase "sono solo!", l'ultima volta con un grido che mi da i brividi.

4 nov 2010

CHE VUOLE LA DONNA? Commedia e drammi della differenza sessuale alla ricerca della felicità

CONFERENZA PUBBLICA GRATUITA VENERDI' 19 NOVEMBRE DALLE 21.00 ALLE 23.00 PRESSO SALA DEGLI ARCHI PALAZZO DELL'ARENGO - PIAZZA CAVOUR RIMINI INTERVIENE: LUISELLA BRUSA Psicoanalista della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, membro A.M.P. ed E.F.P.

27 ott 2010

PROGRAMMA 2010-2011 DELL'ANTENNA DEL CAMPO FREUDIANO DI RIMINI

Istituto freudiano PER LA CLINICA, LA TERAPIA E LA SCIENZA ______________________________________________________________________ ATTIVITA' Gli insegnamenti delle Sezioni cliniche e delle Antenne del Campo freudiano sono finalizzati alla formazione scientifica di psicoanalisti, psichiatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, operatori del campo della salute mentale e di coloro che, a diverso titolo, desiderino acquisire una formazione nel campo della psicoanalisi. Le attività dell’Antenna di Rimini prevedono un Seminario di lettura e commento del testo di Jacques Lacan “ Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante (1971) ”, tenuto da Docenti delle Sezioni cliniche europee, un Seminario di discussione dei casi clinici, presentato da Docenti dell’istituto freudiano, Gruppi di studio, Conferenze con l’obbiettivo di sviluppare e approfondire nozioni relative alla pratica clinica attraverso l’uso degli strumenti teorici e concettuali della psicoanalisi. Tutte le Sezioni cliniche sono dirette da JACQUES-ALAIN MILLER, Direttore del Dipartimento di Psicoanalisi dell’Università di Parigi VIII. www.istitutofreudiano.it www.scuolalacaniana.it www.bibliotecalacaniana.it www.lapsicoanalisi.it www.forumpsi.it www.cecli.it INFO Istituto Freudiano, via Palestro, 30 – 00185 Roma tel. 06 6786703 – Fax 066786684 e-mail: segreteria@istitutofreudiano.it TEMA DELL’ANNO Tra l’uomo e le donne ________________________________________________________________ SEMINARIO FONDAMENTALE Il Seminario fondamentale è costituito da due insegnamenti: uno teorico, che prevede la lettura ed il commento di un testo di Jacques Lacan ed uno pratico che prevede l’esposizione di casi clinici che evidenzieranno il valore operativo della teoria. Testo di riferimento Lettura ed il commento del testo di Jacques Lacan: “Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante”, Einaudi, Torino 2010 20 novembre 2010 Docente invitato: Luisella Brusa (Milano) Caso clinico presentato da: Giuliana Capannelli (Ancona) 22 gennaio 2011 Docente invitato: Jean-Louis Gault (Parigi) Caso clinico presentato da: Ezio De Francesco (Roma) 26 febbraio Docente invitato : Carole Dewambrechies-La Sagna (Bordeaux) Caso clinico presentato da: Brigitte Laffay (Conegliano Veneto) 12 marzo 2011 Docente invitato : Massimo Termini (Roma) Caso clinico presentato da: Cristiana Santini (Fano) 16 aprile 2011 Docente invitato : Esthela Solano Suarez (Parigi) Caso clinico presentato da: Pasquale Indulgenza (Bologna) ORARI Seminario teorico: ore 09:00 – 13:00 Seminario di casi clinici: ore 14:30 – 17:30 LUOGO Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 – RIMINI ___________________________________________________________________________________________________________  Gruppo di studio 1 Seminario di introduzione alla lettura di Sigmund Freud Sessualità versus sessuazione Testi di riferimento S. Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in Opere, vol.IV, Boringhieri, Torino 1978, pp. 514-534; S. Freud, Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925), in Opere, vol. X, Boringhieri, Torino 1978; S. Freud, La femminilità (1932), in Opere, vol. XI, Boringhieri, Torino 1978; S. Freud, Analisi terminabile e interminabile (1937), in Opere, vol. XI, Boringhieri, Torino 1978, pp. 533-535 Coordinano LORETTA BIONDI, FEDRA BUCELLI Date  21 novembre 2010  14 dicembre 2010*  23 gennaio 2011  27 febbraio  13 marzo 2011  17 aprile 2011 Orario ore 08:30 – 11:00 Luogo Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 - RIMINI * ore 20:00 – 22:30 viale Dardanelli, 11 - RIMINI  Gruppo di studio 2 Seminario di introduzione alla lettura di Jacques Lacan Sulla sovra determinazione in psicoanalisi Testi di riferimento A. Lacan, Il seminario su "La lettera rubata", in Scritti, vol. I, Einaudi, Torino, 1974. J. Lacan, Il Seminario. Libro II. cap. XXIII, Psicoanalisi e cibernetica, o della natura del linguaggio. Conferenza, Einaudi, Torino, 2006. J. Lacan, Il Seminario. Libro IV. Cap. XIV, Il significante nel reale, Einaudi,Torino, 1996. S. Freud, L'interpretazione dei sogni, in Opere, Vol. III, Bollati Boringhieri, Torino,1998. Edgar Allan Poe, La lettera rubata, Mursia Editore, 2009. Coordinano RAFFAELE CALABRIA, MARIA ANTONELLA DEL MONACO Date  21 novembre 2010  23 gennaio 2011  27 febbraio 2011  13 marzo 2011  17 aprile 2011  15 maggio 2011*  22 maggio 2011* Orario ore 11:15 – 13:15 Luogo Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 - RIMINI * ore 10:00 – 12:30 via Roma, 7 - RIMINI  Laboratori di costruzione logica del caso clinico Un allievo dell’Istituto presenta un caso della sua pratica, come conclusione di un lavoro confrontato con gli altri suoi colleghi, perché uno psicoanalista ne evidenzi e colga valori operativi in riferimento alla struttura, la funzione del sintomo, la diagnosi. Date  20 novembre 2010  22 gennaio 2011  26 febbraio 2011  12 marzo 2011  16 aprile 2011 Orario: ore 18:00 – 20:00 Luogo Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, Viale Vespucci, 71 – RIMINI Coordinano GIULIANA CAPANNELLI, EZIO DE FRANCESCO, BRIGITTE LAFFAY, CRISTIANA SANTINI, PASQUALE INDULGENZA _______________________________________________________________________________________  L E C O N F E R E N Z E P U B B L I C H E • Venerdì 19 novembre 2010 Relatore: LUISELLA BRUSA Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala del Buonarrivo - Palazzo della Provincia, Corso d’Augusto, 231 - Rimini • Venerdì 21 gennaio 2011 Relatore: JEAN-LOUIS GAULT Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini • Venerdì 25 febbraio 2011 Relatore: CAROLE DEVAMBRECHIES-LA SAGNA Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour - Rimini • Venerdì 11 marzo 2011 Relatore: MASSIMO TERMINI Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini • Venerdì 15 aprile 2011 Relatore: ESTHELA SOLANO-SUAREZ Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini Sono stati richiesti i crediti ECM Antenna DEL CAMPO FREUDIANO di Rimini Segreteria organizzativa Viale Dardanelli, 11 - 47921 Rimini Mob. 335 8092575 E-mail: antennarn.istfreudiano@gmail.com ________________________________________________________________________________________________ Iscrizione La domanda di ammissione va inviata entro il 15 novembre 2010 alla Segreteria organizzativa (per e-mail o per posta). L’iscrizione risulterà effettiva dopo l’accettazione della domanda ed il pagamento della quota d’iscrizione.  Quota intera: € 300,00  Quota studenti: € 250,00 Commissione di coordinamento Antonio Di Ciaccia, Presidente dell’Istituto freudiano Loretta Biondi, Coordinatore Fedra Bucelli, Coordinatore Raffaele Calabria, Coordinatore, Docente incaricato Maria Antonella Del Monaco, Coordinatore, Docente incaricato

Intervento pronunciato il 18/09/2010 in occasione della giornata "Intercartelli" organizzata dalla Segreteria della S.L.P. di Rimini e Bologna

"LA MIA ESPERIENZA DEL CARTELLO" Domenico Cimino _________________________________________________________________________________ Alcuni anni fa ho partecipato al mio primo Cartello. Eravamo quattro “più uno” e abbiamo lavorato insieme per circa tre anni. Il Cartello, così come avviene per l’analisi, richiede una certa regolarità e un certo sforzo. E’ un gruppo in cui ci si incontra regolarmente e si lavora intorno ad un argomento o a uno scritto, da angolature soggettive anche molto diverse tra loro e si tenta di testimoniare e trasmettere del proprio lavoro singolare che è svolto in solitudine. Il Cartello ha a che fare con il sapere, ma di quale sapere si tratta? Se ripenso al mio percorso universitario posso testimoniare di un mio diverso rapporto con il sapere. Per me il sapere universitario era l’assimilazione di un certo numero di formule da ripetere a chi mi avrebbe valutato, ed eventualmente riconosciuto attraverso un atto simbolico che mi avrebbe autorizzato a praticare. Il sapere universitario era per me un sapere soporifero che non includeva la mia soggettività. Ho trascorso il periodo dell’Università “desiderando di ricevere la patente come a scuola guida”, come afferma Lacan a proposito della formazione dell’analista. Successivamente, una volta raggiunto il tanto agognato titolo, sono andato alla ricerca di strumenti grazie ai quali svolgere la professione di psicologo. Tale ricerca si era delineata proprio perché, ma ancora non me ne rendevo conto, il sapere accumulato all’Università mi lasciava in una posizione di impotenza e smarrimento. Poi ho incontrato la psicoanalisi. Il sapere di cui si tratta nel Cartello non è lo stesso del sapere universitario. Ciò che conduce al sapere, afferma Lacan , non è il desiderio di sapere ma il discorso dell’isterica. Nella teoria dei “quattro discorsi” concettualizzata da Lacan , vediamo che al sapere vengono assegnati diversi destini a seconda del discorso preso in considerazione. Nel discorso universitario il sapere è collocato nel luogo dominante del discorso, il posto dell’agente. Il sapere nel discorso universitario non solo è in una posizione di comando, ma è anche situato sopra la barra della rimozione, sotto cui troviamo, nel posto della verità, S1, il significante padrone. Nel discorso dell’università, per quanto riguarda il sapere, si tratta di un sapere saputo, un sapere teorico , cumulabile, la cui verità non è l’insegnamento, infatti il luogo dell’agente è anche chiamato da Lacan parvenza, ma il tentativo di comando di colui che insegna nei confronti degli studenti. Ciò non significa che l’insegnate sia un dittatore, ma si tratta di una struttura discorsiva, quindi che fa legame sociale e gruppo, in cui il sapere è fatto agire ed è condizionato dall’autorità che l’autorizza (S1) e che prevede che ci sia identificazione. Per quanto riguarda il discorso dell’isterica, si tratta di un funzionamento discorsivo che è centrale anche per l’analizzante. Per Lacan il soggetto in analisi deve passare per il discorso isterico proprio perché attraverso il sintomo (S barrato), interroga il Significante padrone (S1) per produrre un sapere (S2) . Tuttavia, il sapere prodotto è contrassegnato dall’impossibilità con il termine che occupa il posto della verità, ovvero l’oggetto causa del suo desiderio. Nel discorso dell’analista il posto della verità è occupato dal sapere (S2). Il sapere in questa posizione sta ad indicare che la verità come sapere è un enigma . Nel discorso dell’analista, egli opera attraverso l’interpretazione in modo allusivo, enigmatico, in un modo che non rinvii ad un significato ma che, attraverso un semi-dire , spinga il soggetto a produrre il proprio sapere fino al suo limite. Il soggetto in analisi attraverso l’associazione libera, infatti, è paradossalmente costretto a produrre un proprio sapere. Per cui possiamo affermare che il sapere relativo al cartello non è assimilabile al sapere del discorso dell’università, in quanto questo è un sapere autoritario. Si avvicina al discorso dell’isterica in quanto spinge alla produzione di un sapere, ma rimanda al sapere del discorso dell’analista poiché in tale discorso il sapere in gioco è dalla parte del soggetto ed è limitato. Lacan afferma che lo psicoanalista deve rinunciare ad ogni tentazione di rispondere anche solo un po’ alla domanda , deve cioè rinunciare a promuovere l’identificazione nel paziente. Lo stesso avvertimento sembra essere l’intento di Lacan di far ruotare il lavoro della Scuola intorno al Cartello. Il Cartello non a caso è contemporaneo alla creazione della Scuola. Per Lacan è impossibile che gli psicoanalisti formino un gruppo ed è proprio per questo che inventa il Cartello. Miller osserva che con la creazione del piccolo gruppo per effettuare il lavoro della Scuola, Lacan intendeva istituire un dispositivo di lavoro non gerarchico, in cui venisse meno l’identificazione al leader, a colui che detiene il sapere . Lacan non disconosce il fatto che in ogni gruppo ci sia un leader, ma lo fa funzionare come un leader modesto, misero . Per quanto riguarda il mio posto nel Cartello a cui ho partecipato, mi ero domandato da quale angolatura affrontare l’argomento scelto. Decisi di partire da ciò che in quel periodo suscitava in me molti interrogativi. Partii dal lavoro che effettuavo in ambito sociale ed educativo, a contatto con ragazzi con diagnosi di ritardo mentale. Il lavoro con questi ragazzi destava in me numerosi interrogativi e non potevo accontentarmi di considerare il ritardo mentale unicamente come il risultato ad un test. Questa insoddisfazione è stato il motore del mio lavoro nel Cartello e insieme agli altri membri, non ho trovato delle risposte, ma ho potuto ricalibrare la mia posizione nel lavoro con queste persone. E’ interessante notare che in questo fenomeno il soggetto si pone, nei confronti del sapere, in una posizione particolare. Il soggetto con ritardo mentale, nell’ottica di Lacan, si fa infatti debile per lasciare la verità e il sapere nel luogo dell’Altro, e rimanere così in una posizione in cui non sia messa in gioco la soggettività .

4 ott 2010

Resoconto della gionata "Intercartelli" a Ravenna

Sabato 18 settembre 2010 si è tenuta a Ravenna una giornata di studio, promossa dalle segreterie di Bologna e di Rimini e dedicata al lavoro dei cartelli. I primi complimenti vanno fatti ai relatori cartellizzanti: tutti, nell'agilità del loro testo, hanno testimoniato dell'effetto soggettivo che la logica del non-tutto del cartello produce. Grazie, poi, ai discutants e moderatori: le loro sollecitazioni e puntuali domande hanno prodotto un vivace dibattito anche da parte del pubblico partecipante. Tra gli interrogativi significativi: come si fa a trasmettere un sapere che abbia a che fare con l'inconscio? In cosa si differenzia il sapere prodotto dal cartello rispetto al sapere universitario? Un grazie particolare al responsabile nazionale dei Cartelli, C. Viganò, che nelle conclusioni ha saputo articolare soggettivazione del sapere sorto nel cartello e spazio dell'atto conclusivo del cartello stesso, cioè il prodotto scritto. Il tutto nella cornice di una bella riflessione che la presidente della SLP, P. Francesconi, ci ha donato nella sua presentazione della giornata e che riporterei in questo modo: la verità anamorfica del cartello è un sapere che è già lì e che attraverso il lavoro del piccolo gruppo potrà diventare un nuovo sapere. Ci siamo così trovati a vivere, con un certo fascino, un momento di Scuola. Cordialmente Raffaele Calabria

Il libro di cui si parla: "Il bambino e le famiglie".

Recensione di Miquel Bassols al libro dell'Antenna del Campo Freudiano di Rimini "Il bambino e le famiglie", Marianna Matteoni, Gabriele Pazzaglia (a cura di), Panozzo Editore, Rimini 2010. Il libro è stato pubblicato dall'Antenna del Campo freudiano di Rimini. È il secondo di una collezione promossa dai nostri colleghi ed è dedicato a un carissimo personaggio, Giovanni Roseo, deceduto poco tempo fa e che ho avuto il piacere di conoscere più da vicino in una giornata di lavoro in quella città. Giovanni Roseo ha significato per molti dei colleghi di Rimini il primo incontro con la causa analitica e ha avuto una funzione eminente nella creazione della sede della città della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e dell'Antenna di Rimini, di cui è stato il primo responsabile. La sua partecipazione nelle attività che hanno motivato questo libro lo rende un documento parlicolarmenrte toccante per tutti coloro che hanno lavorato con lui. Il bambino, quindi, e le famiglie. Si tratta, infatti, del bambino al singolare, delle famiglie al plurale. La pluraltzzazione delle forme familiari, che va di pari passo con una pluralizzazione mutevole della funzione simbolica dei nomi del padre, viene affrontata in questo volume attraverso i suoi molteplici versanti nella clinica e nel1a teoria. Lo studio della funzione simbolica del padre è la parte più trattata - nella tavola rotonda che apre il volume così come nei lavori delle altre partí - e ciò indica il valore di sintomo che questa funzione assume nel1'attualità dei nuovi legami familiari. Se il bambino è, secondo 1a formula lacaniana, sintomo della coppia parentale, il padre è anche i1 sintomo delle nuove forme familiari. L'argomento viene trattato da prospettive molto diverse, ed è ciò che dà a questo volume un valore speciale all'interno degli sviluppi del Campo freudiano. La tavola rotonda, con il tema "Il padre tra sacro e profano", include gli interventi di vari partecipanti come Aldo Amati (Vicario Generale della Diocesi di Rimini), Alessandro Giovanardi( Studioso di arte sacra e simbolica), Paolo Olmi (Direttore d'orchestra)e Pierre-Gilles Guéguen (Psicoanalista) sotto la presidenza del già nominato Giovanni Roseo. Così come il discorso religioso sostiene che "figli di Dio non si nasce, non è un fatto creaturale"(p. 18), allo stesso modo il padre ne1la sua funzione simbolica deve essere "adottato" dal soggetto come un nome di un godimento che deve essere perduto per dargli un posto nel mondo. Lo studioso dell'arte sacra indica la presenza piuttosto "misteriosa e sottile [...] segreta del Padre" che incarna una specie di "silenzio assoluto" nella scena della famiglia di tradizione cristiana (p. 15). I diversi ritratti del padre, dal padre dell'amore al padre malvagio, fanno apparire così le diverse forme di quel fatto di struttura che Freud situò come il luogo del padre morto nel linguaggio e che Lacan formalizzò come l'operatore della separazione del bambino dal godimento della madre. Cosa dire allora del destino della famigiia per il soggetto se non che deve compiere (per sé) la funzione di separar1o dai suoi primi oggetti per permettergli un víncolo con il suo esterno? Tornare da qui alle elaborazioní di un primo Jacques Lacan, anteriore al Lacan che iniziò il suo insegnamento nel 1953,è un percorso necessario per capire l'attualità di questa funzione della famíglia per il bambino e la bambina. Il riferimento maggiore è, infatti, il suo testo iniziale, precursore, del 1938 su "I complessi familiari nella formazione dell'indiuiduo", e che già allora dava conto del declino che la funzione paterna sperimenta nel mondo contemporaneo. Il volume dedica a questo tema tutta una seconda parte di prezíosi conmenti fatti da Esthela Solano, Massimo Termini, Virginio Baio, Lilia Mahjoub e Pierre-Gilles Guéguen. Il dibattito è, infatti, molto attuale, poiché "oggi la famiglia è divenuta un'istituzione molto fragile, un'istituzione di cui si vedono apparire nuove forme, come la famiglia monoparentale in cui non ci sono i due genitori che si occupano del bambino (p. 61). Lo studio e i commento di diversi casi clinici, dal padre inoperante, passando per il padre in Amleto o anche in Gustav Mahlea fino alla clinica dell'autismo al di là della sua riduzione a disturbo organico, indicano anche la funzione paterna come condizione necessaria per la nascita del soggetto nel legame familiare, a prescindere dalla forma che esso assume. Come scrive Antonio Di Ciaccia nella presentazione del volume: "In fondo I'essere umano ha talmente bisosno del padre che, quando non ce l'ha, almeno quando non ce l'ha come quel punto di riferimento stabile che funziona da perno nella sua vita, ebbene, allora se lo inventa" (p. l2). Ed è con questa invenzione, fuori da ogni nostalgia del padre, che il bambino del nostro tempo si fa soggetto delle famiglie da cui dovrà sapere, finalmente, separarsi. Miquel Bassols (testo pubblicato su: La Psicoanalisi n° 46 - luglio-dicembre 2009 - Studi Internazionali del Campo Freudiano - Rivista Italiana della Scuola Europea di Psicoanalisi, Casa Editrice Astrolabio, p. 316-318). Traduzione di Bianca Maria Lenzi

15 set 2010

Tu puoi sapere. Il lavoro del cartello rende vivo il testo della psicoanalisi.

Scuola Lacaniana di Psicoanalisi segreterie di Bologna e di Rimini organizzano giornata di intercartelli Tu puoi sapere. Il lavoro del cartello rende vivo il testo della psicoanalisi. 18 settembre 2010 Ravenna Sala Forum – Circoscrizione II° Via Berlinguer 11 ore 14.30 – 14.45 Presentazione della giornata : Raffaele Calabria Introduzione: Presidente della SLP Paola Francesconi ore 14.45 – 16.30 I° Sessione “Lo sviluppo di un nuovo sapere” Moderatore: Gabriele Pazzaglia Discutant: Carlo Viganò Biondi Loretta: Sul bambino:nodi Lelli Fabio: Violenza e parola Bosi Beatrice, Menghi Celine, Mariarita Conrado, Vacca Monica: La scuola tra passe e cartello. Tu puoi non-sapere Graziani Alessandra: Zibaldone ore 16.30 – 16.45 pausa ore 16.45 – 18.30 II° Sessione “Il transfert di lavoro” Moderatore Carlo De Panfilis Discutant: Maurizio Mazzotti Tassinari Alide: Il lavoro di cartello termina? Note sul transfert di lavoro Carlassara Olivier: Un cartel sull’angoscia Alesiani Eloisa, Amabili Cristina, Catalini Mara, D'Altorio Daniela, Marcelli Adele: L’impasse sul sapere: un sorprendente motore del cartello Cimino Domenico: La mia esperienza del cartello ore 18.30 – 19.00 Conclusioni: Carlo Viganò La partecipazione è aperta a tutti. Verrà richiesto ad ogni partecipante un contributo di 10 € per spese gestione. Verrà rilasciato attestato di partecipazione Segreteria Amministrativa: Via Daverio 7, 20122 Milano tel.0254122747

15 apr 2010

JACQUES LACAN - SEMINARIO XVIII - DI UN DISCORSO CHE NON SAREBBE DEL SEMBIANTE

Note: Di un discorso che non sarebbe del sembiante 1971 - A cura di Jacques-Alain Miller, Antonio Di Ciaccia - Traduzione di Michele Daubresse È mai possibile sviluppare un discorso che non sarebbe del sembiante? Il problema è molto piú concreto di quanto non sembri, poiché concerne il rapporto, o meglio i rapporti, anche quelli sessuali e amorosi, che possono intessere tra di loro l'uomo e la donna. Il Seminario Di un discorso che non sarebbe del sembiante segue il Seminario dal titolo Il rovescio della psicoanalisi dove Lacan aveva delineato le modalità con cui si sviluppa il legame sociale presentandolo nella forma di quattro discorsi. La posizione dominante di ogni discorso è occupata da un sembiante. Ma è mai possibile sviluppare un discorso che non sarebbe del sembiante? Il problema è molto piú concreto di quanto non sembri, poiché concerne il rapporto, o meglio i rapporti, anche quelli sessuali e amorosi, che possono intessere tra di loro l'uomo e la donna. È questo, infatti, il tema intorno a cui ruota il Seminario, e Lacan tenta qui di delinearne la logica. Per farlo dovrà smontare i miti freudiani per cogliere con la logica, la matematica, la topologia e la scrittura quel reale che costituisce la loro ossatura. Alla fine del Seminario si potrà forse comprendere meglio l'aforisma lacaniano «non c'è rapporto sessuale».

28 feb 2010

In preparazione al Convegno di Torino 5/6 Giugno 2010 “DALLA PARTE DELL'INCONSCIO” 13 Marzo 2010

Scuola Lacaniana di Psicoanalisi Segreteria di Rimini in preparazione al Convegno di Torino 5/6 Giugno 2010 “DALLA PARTE DELL'INCONSCIO” 13 Marzo 2010 dalle 15.30 alle 18.30 viale Dardanelli, 11 - Rimini 15.30-16.30 -MARCO FOCCHI – intervento di apertura dei lavori di segreteria al convegno 16.30-16.45 commento 16.45-17.00 pausa 17.00 -17.20 LORETTA BIONDI - “Necesse est: la parola, prima del pensiero” 17.20-17.30 commento 17.30 – 17.50 MARIA ANTONELLA DEL MONACO - “E' possibile un'istituzione psicoanalitica dalla parte dell'inconscio?” 17.50-18.00 commento 18.00-18.30 OMAR BATTISTI - "La comunicazione outre in un testo di Giorgio Gaber" ascolto del monologo e commento

14 feb 2010

Il Seminario - Libro III di Jacques Lacan, Ed. Einaudi - Le psicosi 1955-1956

E' già in Libreria una nuova edizione di Il Seminario - Libro III di Jacques Lacan, Ed. Einaudi - Note: Le psicosi 1955-1956 - A cura di Jacques-Alain Miller e di Antonio Di Ciaccia - Traduzione di Antonio Di Ciaccia e di Lieselotte Longato Note di Copertina Il folle non deve essere misurato in termini di deficit e di dissociazione delle funzioni. Lo psicotico infatti è un soggetto nel pieno senso della parola. Da Freud sappiamo che il soggetto, sia esso nevrotico, psicotico o perverso, è sempre il soggetto dell'inconscio. Ma qual è la molla che scatta perché si arrivi ad avere come risultato un folle? Tutto il seminario ruota intorno a questo interrogativo. Lentamente, procedendo a spirale, Lacan arriva a delineare la causa della psicosi. Essa non si annida nell'immaginario, ossia nel rapporto duale, tra un io e un altro io, fossero anche madre e bambino. La causa si annida nel simbolico, ossia in quel rapporto di cui Freud aveva dato il paradigma nella triade edipica e che Lacan, utilizzando l'apporto di de Saussure e di Jakobson, arriva a tradurre in termini di metafora. In gioco è un difetto della metafora paterna, a cui Lacan darà il nome di forclusione del Nome-del-Padre. Nel Seminario Lacan ricorre per illustrarlo alle Memorie di un malato di nervi del presidente Schreber, a cui Freud aveva dedicato un saggio. Ma non è il testo di Freud a chiarire quello di Schreber. È il testo di Schreber a mettere in luce la pertinenza delle categorie forgiate da Freud, come ebbe a dire Lacan presentando le Memorie nella traduzione francese. Indice - Sommario - Introduzione alla questione delle psicosi. - Tematica e struttura del fenomeno psicotico. - Del significante e del significato. - I dintorni del buco. - Avvertenza.

1 feb 2010

IL BAMBINO E LE FAMIGLIE - PANOZZO EDITORE

CHIUNQUE SIA INTERESSATO ALL'ACQUISTO: loredana.zani@tin.it Il secondo volume della collana promossa dall'Antenna del Campo freudiano di Rimini è dedicato al testo di J. Lacan "I complessi familiari nella formazione dell'individuo" del 1938. Un testo che Jacques-Alain Miller, delle sue "Linee di lettura", definisce il primo grande testo lacaniano di riferimento per la psicoanalisi e una sintesi sensazionale della teoria dello sviluppo psichico e della clinica freudiana. Alle lezioni dedicate al commento del testo, si aggiungono una delle tavole rotonde e tre delle conferenze svolte nell'anno accademico 2005/2006. Con queste iniziative aperte al pubblico abbiamo cercato di tenere il posto di ospite presso la contemporaneità, le donne e gli uomini che lavorano, ricercano e creano nei campi della scienza, del sociale, dell'arte e della cultura. Concludono il volume i contributi e gli approfondimenti della nostra comunità di lavoro sul tema di studio dell'anno. Questo lavoro è dedicato a Giovanni Roseo. Gianni per molti di noi è stato il primo incontro con la causa analitica, per tutti una funzionw preziosa per l'avvio deciso della Segreteria della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e dell'Antenna di Rimini, di cui è stato e rimarrà il primo Responsabile. Panozzo Editore Il bambino e le famiglie A cura di Marianna Matteoni e Gabriele Pazzaglia PRESENTAZIONE di Antonio di Ciaccia OUVERTURE Tavola rotonda Il padre fra sacro e profano Interventi di Mons. Aldo Amati, Alessandro Giovanardi, Paolo Olmi, Pierre-Gilles Gueguen COMMENTO AL TESTO: J. Lacan (1938), I complessi familiari nella formazione dell’individuo. Lezione I di Esthela Solano-Suarez Lezione II di Massimo Termini Lezione III di Virginio Baio Lezione IV di Lilia Mahjoub Lezione V di Pierre-Gilles Gueguen AL GIORNO D’OGGI (CONFERENZE PUBBLICHE) Un padre inoperante di Esthela Solano-Suarez A un passo da … Amleto di Massimo Termini Il bambino e le famiglie di Lilia Mahjoub CONTRIBUTI L’autismo fra natura e cultura di Marianna Matteoni Sincronia e contrappunto Gustav Mahler a consulto da Sigmund Freud di Loretta Biondi Di padre in figlio di Gabriele Pazzaglia La famiglia scombussolata di M. Antonella Del Monaco Il complesso di svezzamento nelle dipendenze patologiche di Loredana Zani APPROFONDIMENTI Introduzione all'Io attraverso gli schemi ottici di Jacques Lacan di Raffaele Calabria

LA VOCE DI RIMINI - Lunedì 21 Dicembre 2009

15 gen 2010

Roberto Cavasola. Conferenza - La melanconia e la depressione nella questione femminile

Dalla pratica in una istituzione pubblica psichiatrica all'arte di Kiesloswski - Film blu - Roberto Cavasola ha tracciato chiare linee di demarcazione fra le due soluzioni sintomatiche: ciò grazie all'orientamento della psicoanalisi di Freud e Lacan. Perle rare nel tempo dell'impero dei farmaci e della cecità rispetto ai disagi, uno per uno.

6 gen 2010

congresso AMP Parigi SEMBLANTS ET SINTHOME dal 26 al 29 aprile 2010

Calendario - Il Congresso propriamente detto durera' quattro giorni, da lunedi' 26 a giovedi' 29 aprile. - La vigilia del Congresso, domenica 25 aprile, ci sarà una riunione di tutti i cartelli della passe dell'AMP. - Venerdi' 30 aprile si terà l'Assemblea generale, riservata ai membri, che potra' essere seguita in diretta dai nuovi arrivati in collegamento audiovisivo. Architettura Lunedi': Journée en première personne Martedi': Aggiornamento della passe Mercoledi' : Dia del Sintoma desnudado Giovedi': Brainstorming Day Inviti per contributi Appena sara' stabilita l'organizzazione di ciascuno dei quattro giorni, saranno lanciati nuovi inviti per contributi, rivolti sia ai nuovi arrivati sia ai membri. Iscrizioni sulla pagina web www.congresoamp.com Per i MEMBRI AMP la quota di iscrizione e' di 400 euro fino al 31 dicembre. Dal 1 gennaio la quota salira' a 450 euro. Tutti i lavori del Congresso saranno aperti anche ai non membri, che non solo assisteranno ai lavori, ma vi parteciperanno. Iscrizioni per i non-membri: 4 giorni (26-29 aprile 2010), 95 euro. CONGRESSO AMP Appello per dei contributi di Eric Laurent Il Comitato esecutivo ha deciso di lanciare un nuovo appello per dei contributi che si rivolge ai nuovi arrivati come pure ai membri. I vostri contributi verteranno su uno dei tre seguenti temi, a scelta: la procedura della passe e la sua possibile riconfigurazione; la posizione di psicoanalista-psicoanalizzante, così come appare dopo le Giornate di Novembre e dopo ENAPOL; la questione del Sinthomo, ovvero il modo di godere, nelle diverse di-mensioni del reale, del simbolico e dell’immaginario. I contributi non dovranno superare i 6.400 caratteri, spazi inclusi, per degli interventi di dieci minuti. Saranno ricevuti per mail (oggetto, in lettere maiuscole: TLON) sino alla mezzanotte del 15 febbraio, ora locale dell’invio, agli indirizzi del presidente dell’AMP e del direttore del Congresso: luis.solano@orange.fr e ericlaurent@lacanian.net I contributi saranno sottoposti a una duplice selezione: la prima selezione suddividerà i lavori accettabili e i lavori giudicati insufficienti; la seconda selezione suddividerà i lavori accettati in: lavori presentati oralmente/lavori raccolti in brochure. Per il comitato esecutivo Da- JJ Nº 75. Agli inscritti al Congresso della AMP 2010, Membri e Nuovi Arrivati Care e Cari colleghi Nella giornata clinica, non ci sarà traduzione simultanea per i lavori presentati nelle cinque lingue. Per distribuire nel modo migliore ogni partecipante al congresso nelle diverse sale della giornata clinica di mercoledì, 28 aprile, vi chiediamo di comunicarci quali delle seguenti lingue conoscete, oltre alla vostra: francese -spagnolo -portoghese -italiano - inglese. Indicate per cortesia anche la vostra Scuola di appartenenza. Vi preghiamo di inviare la vostra risposta prima del 5 marzo a : t.jacquemin@club-internet.fr e per conoscenza a : mlusa@wanadoo.fr Con i nostri più cordiali saluti, Marina Lusa e Thierry Jacquemin per la commissione organizzatrice