Jacques Lacan, Ancora.

"l'inconscio non è che l'essere pensa, l'inconscio è che l'essere, parlando, gode, e, aggiungo, non vuole saperne di più.
Aggiungo anche che questo vuol dire non sapere assolutamente niente".


J. Lacan, Il Seminario XX, Ancora.


27 ott 2010

PROGRAMMA 2010-2011 DELL'ANTENNA DEL CAMPO FREUDIANO DI RIMINI

Istituto freudiano PER LA CLINICA, LA TERAPIA E LA SCIENZA ______________________________________________________________________ ATTIVITA' Gli insegnamenti delle Sezioni cliniche e delle Antenne del Campo freudiano sono finalizzati alla formazione scientifica di psicoanalisti, psichiatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, operatori del campo della salute mentale e di coloro che, a diverso titolo, desiderino acquisire una formazione nel campo della psicoanalisi. Le attività dell’Antenna di Rimini prevedono un Seminario di lettura e commento del testo di Jacques Lacan “ Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante (1971) ”, tenuto da Docenti delle Sezioni cliniche europee, un Seminario di discussione dei casi clinici, presentato da Docenti dell’istituto freudiano, Gruppi di studio, Conferenze con l’obbiettivo di sviluppare e approfondire nozioni relative alla pratica clinica attraverso l’uso degli strumenti teorici e concettuali della psicoanalisi. Tutte le Sezioni cliniche sono dirette da JACQUES-ALAIN MILLER, Direttore del Dipartimento di Psicoanalisi dell’Università di Parigi VIII. www.istitutofreudiano.it www.scuolalacaniana.it www.bibliotecalacaniana.it www.lapsicoanalisi.it www.forumpsi.it www.cecli.it INFO Istituto Freudiano, via Palestro, 30 – 00185 Roma tel. 06 6786703 – Fax 066786684 e-mail: segreteria@istitutofreudiano.it TEMA DELL’ANNO Tra l’uomo e le donne ________________________________________________________________ SEMINARIO FONDAMENTALE Il Seminario fondamentale è costituito da due insegnamenti: uno teorico, che prevede la lettura ed il commento di un testo di Jacques Lacan ed uno pratico che prevede l’esposizione di casi clinici che evidenzieranno il valore operativo della teoria. Testo di riferimento Lettura ed il commento del testo di Jacques Lacan: “Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante”, Einaudi, Torino 2010 20 novembre 2010 Docente invitato: Luisella Brusa (Milano) Caso clinico presentato da: Giuliana Capannelli (Ancona) 22 gennaio 2011 Docente invitato: Jean-Louis Gault (Parigi) Caso clinico presentato da: Ezio De Francesco (Roma) 26 febbraio Docente invitato : Carole Dewambrechies-La Sagna (Bordeaux) Caso clinico presentato da: Brigitte Laffay (Conegliano Veneto) 12 marzo 2011 Docente invitato : Massimo Termini (Roma) Caso clinico presentato da: Cristiana Santini (Fano) 16 aprile 2011 Docente invitato : Esthela Solano Suarez (Parigi) Caso clinico presentato da: Pasquale Indulgenza (Bologna) ORARI Seminario teorico: ore 09:00 – 13:00 Seminario di casi clinici: ore 14:30 – 17:30 LUOGO Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 – RIMINI ___________________________________________________________________________________________________________  Gruppo di studio 1 Seminario di introduzione alla lettura di Sigmund Freud Sessualità versus sessuazione Testi di riferimento S. Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in Opere, vol.IV, Boringhieri, Torino 1978, pp. 514-534; S. Freud, Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925), in Opere, vol. X, Boringhieri, Torino 1978; S. Freud, La femminilità (1932), in Opere, vol. XI, Boringhieri, Torino 1978; S. Freud, Analisi terminabile e interminabile (1937), in Opere, vol. XI, Boringhieri, Torino 1978, pp. 533-535 Coordinano LORETTA BIONDI, FEDRA BUCELLI Date  21 novembre 2010  14 dicembre 2010*  23 gennaio 2011  27 febbraio  13 marzo 2011  17 aprile 2011 Orario ore 08:30 – 11:00 Luogo Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 - RIMINI * ore 20:00 – 22:30 viale Dardanelli, 11 - RIMINI  Gruppo di studio 2 Seminario di introduzione alla lettura di Jacques Lacan Sulla sovra determinazione in psicoanalisi Testi di riferimento A. Lacan, Il seminario su "La lettera rubata", in Scritti, vol. I, Einaudi, Torino, 1974. J. Lacan, Il Seminario. Libro II. cap. XXIII, Psicoanalisi e cibernetica, o della natura del linguaggio. Conferenza, Einaudi, Torino, 2006. J. Lacan, Il Seminario. Libro IV. Cap. XIV, Il significante nel reale, Einaudi,Torino, 1996. S. Freud, L'interpretazione dei sogni, in Opere, Vol. III, Bollati Boringhieri, Torino,1998. Edgar Allan Poe, La lettera rubata, Mursia Editore, 2009. Coordinano RAFFAELE CALABRIA, MARIA ANTONELLA DEL MONACO Date  21 novembre 2010  23 gennaio 2011  27 febbraio 2011  13 marzo 2011  17 aprile 2011  15 maggio 2011*  22 maggio 2011* Orario ore 11:15 – 13:15 Luogo Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 - RIMINI * ore 10:00 – 12:30 via Roma, 7 - RIMINI  Laboratori di costruzione logica del caso clinico Un allievo dell’Istituto presenta un caso della sua pratica, come conclusione di un lavoro confrontato con gli altri suoi colleghi, perché uno psicoanalista ne evidenzi e colga valori operativi in riferimento alla struttura, la funzione del sintomo, la diagnosi. Date  20 novembre 2010  22 gennaio 2011  26 febbraio 2011  12 marzo 2011  16 aprile 2011 Orario: ore 18:00 – 20:00 Luogo Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, Viale Vespucci, 71 – RIMINI Coordinano GIULIANA CAPANNELLI, EZIO DE FRANCESCO, BRIGITTE LAFFAY, CRISTIANA SANTINI, PASQUALE INDULGENZA _______________________________________________________________________________________  L E C O N F E R E N Z E P U B B L I C H E • Venerdì 19 novembre 2010 Relatore: LUISELLA BRUSA Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala del Buonarrivo - Palazzo della Provincia, Corso d’Augusto, 231 - Rimini • Venerdì 21 gennaio 2011 Relatore: JEAN-LOUIS GAULT Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini • Venerdì 25 febbraio 2011 Relatore: CAROLE DEVAMBRECHIES-LA SAGNA Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour - Rimini • Venerdì 11 marzo 2011 Relatore: MASSIMO TERMINI Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini • Venerdì 15 aprile 2011 Relatore: ESTHELA SOLANO-SUAREZ Orario ore 20:45 – 23:00 Luogo Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini Sono stati richiesti i crediti ECM Antenna DEL CAMPO FREUDIANO di Rimini Segreteria organizzativa Viale Dardanelli, 11 - 47921 Rimini Mob. 335 8092575 E-mail: antennarn.istfreudiano@gmail.com ________________________________________________________________________________________________ Iscrizione La domanda di ammissione va inviata entro il 15 novembre 2010 alla Segreteria organizzativa (per e-mail o per posta). L’iscrizione risulterà effettiva dopo l’accettazione della domanda ed il pagamento della quota d’iscrizione.  Quota intera: € 300,00  Quota studenti: € 250,00 Commissione di coordinamento Antonio Di Ciaccia, Presidente dell’Istituto freudiano Loretta Biondi, Coordinatore Fedra Bucelli, Coordinatore Raffaele Calabria, Coordinatore, Docente incaricato Maria Antonella Del Monaco, Coordinatore, Docente incaricato

Intervento pronunciato il 18/09/2010 in occasione della giornata "Intercartelli" organizzata dalla Segreteria della S.L.P. di Rimini e Bologna

"LA MIA ESPERIENZA DEL CARTELLO" Domenico Cimino _________________________________________________________________________________ Alcuni anni fa ho partecipato al mio primo Cartello. Eravamo quattro “più uno” e abbiamo lavorato insieme per circa tre anni. Il Cartello, così come avviene per l’analisi, richiede una certa regolarità e un certo sforzo. E’ un gruppo in cui ci si incontra regolarmente e si lavora intorno ad un argomento o a uno scritto, da angolature soggettive anche molto diverse tra loro e si tenta di testimoniare e trasmettere del proprio lavoro singolare che è svolto in solitudine. Il Cartello ha a che fare con il sapere, ma di quale sapere si tratta? Se ripenso al mio percorso universitario posso testimoniare di un mio diverso rapporto con il sapere. Per me il sapere universitario era l’assimilazione di un certo numero di formule da ripetere a chi mi avrebbe valutato, ed eventualmente riconosciuto attraverso un atto simbolico che mi avrebbe autorizzato a praticare. Il sapere universitario era per me un sapere soporifero che non includeva la mia soggettività. Ho trascorso il periodo dell’Università “desiderando di ricevere la patente come a scuola guida”, come afferma Lacan a proposito della formazione dell’analista. Successivamente, una volta raggiunto il tanto agognato titolo, sono andato alla ricerca di strumenti grazie ai quali svolgere la professione di psicologo. Tale ricerca si era delineata proprio perché, ma ancora non me ne rendevo conto, il sapere accumulato all’Università mi lasciava in una posizione di impotenza e smarrimento. Poi ho incontrato la psicoanalisi. Il sapere di cui si tratta nel Cartello non è lo stesso del sapere universitario. Ciò che conduce al sapere, afferma Lacan , non è il desiderio di sapere ma il discorso dell’isterica. Nella teoria dei “quattro discorsi” concettualizzata da Lacan , vediamo che al sapere vengono assegnati diversi destini a seconda del discorso preso in considerazione. Nel discorso universitario il sapere è collocato nel luogo dominante del discorso, il posto dell’agente. Il sapere nel discorso universitario non solo è in una posizione di comando, ma è anche situato sopra la barra della rimozione, sotto cui troviamo, nel posto della verità, S1, il significante padrone. Nel discorso dell’università, per quanto riguarda il sapere, si tratta di un sapere saputo, un sapere teorico , cumulabile, la cui verità non è l’insegnamento, infatti il luogo dell’agente è anche chiamato da Lacan parvenza, ma il tentativo di comando di colui che insegna nei confronti degli studenti. Ciò non significa che l’insegnate sia un dittatore, ma si tratta di una struttura discorsiva, quindi che fa legame sociale e gruppo, in cui il sapere è fatto agire ed è condizionato dall’autorità che l’autorizza (S1) e che prevede che ci sia identificazione. Per quanto riguarda il discorso dell’isterica, si tratta di un funzionamento discorsivo che è centrale anche per l’analizzante. Per Lacan il soggetto in analisi deve passare per il discorso isterico proprio perché attraverso il sintomo (S barrato), interroga il Significante padrone (S1) per produrre un sapere (S2) . Tuttavia, il sapere prodotto è contrassegnato dall’impossibilità con il termine che occupa il posto della verità, ovvero l’oggetto causa del suo desiderio. Nel discorso dell’analista il posto della verità è occupato dal sapere (S2). Il sapere in questa posizione sta ad indicare che la verità come sapere è un enigma . Nel discorso dell’analista, egli opera attraverso l’interpretazione in modo allusivo, enigmatico, in un modo che non rinvii ad un significato ma che, attraverso un semi-dire , spinga il soggetto a produrre il proprio sapere fino al suo limite. Il soggetto in analisi attraverso l’associazione libera, infatti, è paradossalmente costretto a produrre un proprio sapere. Per cui possiamo affermare che il sapere relativo al cartello non è assimilabile al sapere del discorso dell’università, in quanto questo è un sapere autoritario. Si avvicina al discorso dell’isterica in quanto spinge alla produzione di un sapere, ma rimanda al sapere del discorso dell’analista poiché in tale discorso il sapere in gioco è dalla parte del soggetto ed è limitato. Lacan afferma che lo psicoanalista deve rinunciare ad ogni tentazione di rispondere anche solo un po’ alla domanda , deve cioè rinunciare a promuovere l’identificazione nel paziente. Lo stesso avvertimento sembra essere l’intento di Lacan di far ruotare il lavoro della Scuola intorno al Cartello. Il Cartello non a caso è contemporaneo alla creazione della Scuola. Per Lacan è impossibile che gli psicoanalisti formino un gruppo ed è proprio per questo che inventa il Cartello. Miller osserva che con la creazione del piccolo gruppo per effettuare il lavoro della Scuola, Lacan intendeva istituire un dispositivo di lavoro non gerarchico, in cui venisse meno l’identificazione al leader, a colui che detiene il sapere . Lacan non disconosce il fatto che in ogni gruppo ci sia un leader, ma lo fa funzionare come un leader modesto, misero . Per quanto riguarda il mio posto nel Cartello a cui ho partecipato, mi ero domandato da quale angolatura affrontare l’argomento scelto. Decisi di partire da ciò che in quel periodo suscitava in me molti interrogativi. Partii dal lavoro che effettuavo in ambito sociale ed educativo, a contatto con ragazzi con diagnosi di ritardo mentale. Il lavoro con questi ragazzi destava in me numerosi interrogativi e non potevo accontentarmi di considerare il ritardo mentale unicamente come il risultato ad un test. Questa insoddisfazione è stato il motore del mio lavoro nel Cartello e insieme agli altri membri, non ho trovato delle risposte, ma ho potuto ricalibrare la mia posizione nel lavoro con queste persone. E’ interessante notare che in questo fenomeno il soggetto si pone, nei confronti del sapere, in una posizione particolare. Il soggetto con ritardo mentale, nell’ottica di Lacan, si fa infatti debile per lasciare la verità e il sapere nel luogo dell’Altro, e rimanere così in una posizione in cui non sia messa in gioco la soggettività .

4 ott 2010

Resoconto della gionata "Intercartelli" a Ravenna

Sabato 18 settembre 2010 si è tenuta a Ravenna una giornata di studio, promossa dalle segreterie di Bologna e di Rimini e dedicata al lavoro dei cartelli. I primi complimenti vanno fatti ai relatori cartellizzanti: tutti, nell'agilità del loro testo, hanno testimoniato dell'effetto soggettivo che la logica del non-tutto del cartello produce. Grazie, poi, ai discutants e moderatori: le loro sollecitazioni e puntuali domande hanno prodotto un vivace dibattito anche da parte del pubblico partecipante. Tra gli interrogativi significativi: come si fa a trasmettere un sapere che abbia a che fare con l'inconscio? In cosa si differenzia il sapere prodotto dal cartello rispetto al sapere universitario? Un grazie particolare al responsabile nazionale dei Cartelli, C. Viganò, che nelle conclusioni ha saputo articolare soggettivazione del sapere sorto nel cartello e spazio dell'atto conclusivo del cartello stesso, cioè il prodotto scritto. Il tutto nella cornice di una bella riflessione che la presidente della SLP, P. Francesconi, ci ha donato nella sua presentazione della giornata e che riporterei in questo modo: la verità anamorfica del cartello è un sapere che è già lì e che attraverso il lavoro del piccolo gruppo potrà diventare un nuovo sapere. Ci siamo così trovati a vivere, con un certo fascino, un momento di Scuola. Cordialmente Raffaele Calabria

Il libro di cui si parla: "Il bambino e le famiglie".

Recensione di Miquel Bassols al libro dell'Antenna del Campo Freudiano di Rimini "Il bambino e le famiglie", Marianna Matteoni, Gabriele Pazzaglia (a cura di), Panozzo Editore, Rimini 2010. Il libro è stato pubblicato dall'Antenna del Campo freudiano di Rimini. È il secondo di una collezione promossa dai nostri colleghi ed è dedicato a un carissimo personaggio, Giovanni Roseo, deceduto poco tempo fa e che ho avuto il piacere di conoscere più da vicino in una giornata di lavoro in quella città. Giovanni Roseo ha significato per molti dei colleghi di Rimini il primo incontro con la causa analitica e ha avuto una funzione eminente nella creazione della sede della città della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi e dell'Antenna di Rimini, di cui è stato il primo responsabile. La sua partecipazione nelle attività che hanno motivato questo libro lo rende un documento parlicolarmenrte toccante per tutti coloro che hanno lavorato con lui. Il bambino, quindi, e le famiglie. Si tratta, infatti, del bambino al singolare, delle famiglie al plurale. La pluraltzzazione delle forme familiari, che va di pari passo con una pluralizzazione mutevole della funzione simbolica dei nomi del padre, viene affrontata in questo volume attraverso i suoi molteplici versanti nella clinica e nel1a teoria. Lo studio della funzione simbolica del padre è la parte più trattata - nella tavola rotonda che apre il volume così come nei lavori delle altre partí - e ciò indica il valore di sintomo che questa funzione assume nel1'attualità dei nuovi legami familiari. Se il bambino è, secondo 1a formula lacaniana, sintomo della coppia parentale, il padre è anche i1 sintomo delle nuove forme familiari. L'argomento viene trattato da prospettive molto diverse, ed è ciò che dà a questo volume un valore speciale all'interno degli sviluppi del Campo freudiano. La tavola rotonda, con il tema "Il padre tra sacro e profano", include gli interventi di vari partecipanti come Aldo Amati (Vicario Generale della Diocesi di Rimini), Alessandro Giovanardi( Studioso di arte sacra e simbolica), Paolo Olmi (Direttore d'orchestra)e Pierre-Gilles Guéguen (Psicoanalista) sotto la presidenza del già nominato Giovanni Roseo. Così come il discorso religioso sostiene che "figli di Dio non si nasce, non è un fatto creaturale"(p. 18), allo stesso modo il padre ne1la sua funzione simbolica deve essere "adottato" dal soggetto come un nome di un godimento che deve essere perduto per dargli un posto nel mondo. Lo studioso dell'arte sacra indica la presenza piuttosto "misteriosa e sottile [...] segreta del Padre" che incarna una specie di "silenzio assoluto" nella scena della famiglia di tradizione cristiana (p. 15). I diversi ritratti del padre, dal padre dell'amore al padre malvagio, fanno apparire così le diverse forme di quel fatto di struttura che Freud situò come il luogo del padre morto nel linguaggio e che Lacan formalizzò come l'operatore della separazione del bambino dal godimento della madre. Cosa dire allora del destino della famigiia per il soggetto se non che deve compiere (per sé) la funzione di separar1o dai suoi primi oggetti per permettergli un víncolo con il suo esterno? Tornare da qui alle elaborazioní di un primo Jacques Lacan, anteriore al Lacan che iniziò il suo insegnamento nel 1953,è un percorso necessario per capire l'attualità di questa funzione della famíglia per il bambino e la bambina. Il riferimento maggiore è, infatti, il suo testo iniziale, precursore, del 1938 su "I complessi familiari nella formazione dell'indiuiduo", e che già allora dava conto del declino che la funzione paterna sperimenta nel mondo contemporaneo. Il volume dedica a questo tema tutta una seconda parte di prezíosi conmenti fatti da Esthela Solano, Massimo Termini, Virginio Baio, Lilia Mahjoub e Pierre-Gilles Guéguen. Il dibattito è, infatti, molto attuale, poiché "oggi la famiglia è divenuta un'istituzione molto fragile, un'istituzione di cui si vedono apparire nuove forme, come la famiglia monoparentale in cui non ci sono i due genitori che si occupano del bambino (p. 61). Lo studio e i commento di diversi casi clinici, dal padre inoperante, passando per il padre in Amleto o anche in Gustav Mahlea fino alla clinica dell'autismo al di là della sua riduzione a disturbo organico, indicano anche la funzione paterna come condizione necessaria per la nascita del soggetto nel legame familiare, a prescindere dalla forma che esso assume. Come scrive Antonio Di Ciaccia nella presentazione del volume: "In fondo I'essere umano ha talmente bisosno del padre che, quando non ce l'ha, almeno quando non ce l'ha come quel punto di riferimento stabile che funziona da perno nella sua vita, ebbene, allora se lo inventa" (p. l2). Ed è con questa invenzione, fuori da ogni nostalgia del padre, che il bambino del nostro tempo si fa soggetto delle famiglie da cui dovrà sapere, finalmente, separarsi. Miquel Bassols (testo pubblicato su: La Psicoanalisi n° 46 - luglio-dicembre 2009 - Studi Internazionali del Campo Freudiano - Rivista Italiana della Scuola Europea di Psicoanalisi, Casa Editrice Astrolabio, p. 316-318). Traduzione di Bianca Maria Lenzi