Jacques Lacan, Ancora.

"l'inconscio non è che l'essere pensa, l'inconscio è che l'essere, parlando, gode, e, aggiungo, non vuole saperne di più.
Aggiungo anche che questo vuol dire non sapere assolutamente niente".


J. Lacan, Il Seminario XX, Ancora.


11 giu 2012


SEGRETERIA DI RIMINI DELLA SCUOLA LACANIANA DIPSICOANALISI


Tema dell'anno

LA SCUOLA DI LACAN


Cari colleghi vi ricordiamo che sabato 16 giugno si terrà il 3° incontro di lavoro sul testo di Jacques Lacan



PROPOSTA DEL 9 OTTOBRE 1967

Interviene

Adele Marcelli
psicoanalista, membro SLP

"La Scuola e l'Insegnamento"



Discutono

Isabel Capelli
psicoanalista, membro SLP

su

Tra l'Atto di fondazione e la proposta di ottobre 1967 trascorrono più o meno tre anni. A volte tornare sui passi che fa Lacan nel suo insegnamento, aiuta ad aprire alcune idee che prima si presentano oscure e chiuse.
Nell'Atto di fondazione che è dell'anno 1964 Lacan da una risposta all'esclusione:  fonda da solo (non in solitudine) e a partire da una esclusione.
Nell'Atto Lacan dice: “una Scuola senza grado superiore o grado inferiore (…) ma nemmeno una gerarchia a testa in giù, ma qualcosa che si consolida con la esperienza in una organizzazione circolare.”  (…) “ Fondare un luogo di esperienza e di critica”. (…) “ed è Scuola non solo perché dispensa un insegnamento ma instaura fra i membri una comunità di esperienza.”
Dello stesso anno (1964) è lo scritto “Posizione dell'inconscio”. In questo saggio troviamo in un modo più dispiegato i temi e i concetti che nella proposta diventano il perno.
Il transfert, il sapere, e la struttura logica del soggetto del significante. L'alienazione e la separazione.
Nella proposta Lacan si dedica a chiarire qual'è questa esperienza, i suoi punti nodali. Allora comincia da quel concetto fondamentale e anche strumento della psicoanalisi, che Antonio di Ciaccia descrive come “impareggiabile e temibile” e che chiamiamo transfert.
Il transfert che Lacan define soggetto supposto sapere si scrive:

                                       supposto
                                                                        
     
                         soggetto …........sapere

Sotto la barra rimane il sapere e il soggetto. Tutte e due sono effetto, sono una produzione.
Per Lacan la questione è nella funzione del sapere non in quel che sa.  Quando dello psicoanalista si tratta ci dice: “non possiamo dire che lo psicoanalista sappia granché” (pag.17). Tuttavia, lo psicoanalista forma parte del concetto d'inconscio.
Rispetto al sapere è Freud il garante degli enunciati nella esperienza analitica.  È l'enunciazione che interessa all'esperienza e  fa  che la psicoanalisi si supporti dal non – sapere, ovvero un sapere disgiunto dalla verità:   

                                          a      →   $
                                      .                      

                                        S2          S1

Il discorso dell'analista arriverà due anni dopo la proposta del 67 , permetterà chiarire il luogo e il posto nella struttura, permetterà lavorare sul transfert di lavoro che si aspetta nella Scuola.




Omar Battisti
psicologo - psicoterapeuta, partecipante SLP

su

"é chiaro che lo psicoanalista, quale risultato della riproduzione di questa esperienza, attraverso la sostituzione dello psicoanalizzante al suo posto, si determina differentemente in rapporto al soggetto supposto sapere". 
Proposta del 9 ottobre 1967 (prima versione) in La psicoanalisi n. 15 pagina 15.


perchè l'uso del termine "riproduzione"? può evocare il dar vita ad un nuovo essere? visto che Lacan difficilmente usa le parole a caso, è voluto questo rimando alla riproduzione in quanto generare un nuovo essere?
quando dice "riproduzione di questa esperienza", di quale esperienza si tratta? rimanda all'esperienza inaugurale di Freud con Fliess, dove Freud è in posizione di psicoanalizzante?
lo psicoanalizzante si sostituisce al posto dello psicoanalista? grazie a quella riproduzione?
lo psicoanalista si determina differentemente in rapporto al soggetto supposto sapere. differentemente rispetto allo psicoanalizzante? 
in che senso "si determina"? intanto colpisce l'uso dell'impersonale, non è detto è determinato. 



Simona Zaghini
psicologa, partecipante SLP

su


Dalla lettura del testo “ Proposta del 9 ottobre 1967”, mi ha colpito CHE Lacan già nel 1967 mette il concetto di reale più volte nel testo. Il reale sarà poi predominante nel suo ultimo insegnamento. Lo cito :
pag. 14 “ quel che importa è il fatto che non possono sostenersi nel loro successo senza un appiglio certo nel reale dell’esperienza analitica. Occorre dunque interrogare questo reale per sapere come esso conduca al proprio misconoscimento e produca addirittura la sua sistematica negazione.”
Pag.18 “ per fare riferimento al reale dell’esperienza, supposto svelabile nella funzione delle Società, troviamo qui un modo per comprendere perché degli esseri che si distinguono per pochezza di pensiero, riconosciuta da tutti e di fatto accettata nel discorso corrente ( ed è questa la cosa importante) siano facilmente messi nel gruppo in posizione rappresentativa.”
Pag 21 “nella destituzione soggettiva, l’eclissi del sapere va a quella riapparizione nel reale, su cui talvolta qualcuno vi intrattiene.”
Successivamente nel testo del 1973 “Sull’esperienza della passe”, Lacan indica : “ il discorso analitico permette di intravedere che è tramite il linguaggio che l’uomo si trova separato, ostruito, in tutto ciò che riguarda il rapporto sessuale, ed è da lì che egli fa la sua entrata nel reale, o meglio per essere più precisi, che egli fa difetto a questo reale.
Jacques Alain Miller, nel testo La passe bis ( La psicoanalisi n° 42) definisce la passe come il passaggio dall’inconscio trans ferale all’inconscio reale, e la passe bis come il passaggio dall’inconscio reale all’inconscio trans ferale. Miller delucida questo secondo passaggio non come un ritorno allo status ante, ma come il saperci fare con il proprio sintomo, definisce l’analisi come saper trarre soddisfazione dal proprio sintomo.
Il reale che Lacan riprende negli ultimi Seminari è un reale spoglio da ogni credenza, la passe bis, teorizzata da Miller, suppone di fare la differenza tra il vero e il reale.
Mi sembra di poter rintracciare le linee del dibattito attuale sulle psicoterapie e psicoanalisi e di poter collocare qui la differenza sostanziale che contraddistingue la psicoanalisi, il valore della faglia, del fallimento, concetti che Lacan mise in primo piano lungo tutto il corso del suo insegnamento. E anche rispetto alla Scuola, mi pare di rintracciare dei moniti e delle indicazioni notevoli affinchè ci sia una Scuola di psicoanalisi.



Coordina

Loretta Biondi
psicoanalista, membro SLP




L'incontro si svolgerà dalle ore 10.30 alle ore 12.30 nella sede della Segreteria di Rn della SLP, in Via Roma 7, Rimini.

Cari saluti
M. Antonella Del Monaco
Pierangela Pari
Simona Zaghini