Blog della Segreteria di Rimini della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi - Segretaria di città SLP: Omar Battisti; omarjzz@libero.it - Responsabile ai Cartelli: Adelia Natali; adelianatali@gmail.com - Responsabile alla Biblioteca: Pierangela Pari; ppiera@libero.it
Jacques Lacan, Ancora.
"l'inconscio non è che l'essere pensa, l'inconscio è che l'essere, parlando, gode, e, aggiungo, non vuole saperne di più.
Aggiungo anche che questo vuol dire non sapere assolutamente niente".
J. Lacan, Il Seminario XX, Ancora.
Aggiungo anche che questo vuol dire non sapere assolutamente niente".
J. Lacan, Il Seminario XX, Ancora.
Pagine
22 nov 2010
INTERVISTA A LUISELLA BRUSA EFFETTUATA DALLA SEGRETERIA DELLA S.L.P. DI RIMINI IN OCCASIONE DELLA CONFERENZA PUBBLICA DEL 19 NOBEMBRE 2010
"Che vuole la donna?"
Commedia e drammi della differenza sessuale alla ricerca della felicità.
relatore: Luisella Brusa
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IL SUO TITOLO RIPRENDE L'ENIGMA-SCOGLIO A CUI E' ARRIVATO IL PERCORSO FREUDIANO, CIOE': “CHE VUOLE UNA DONNA?” la psicoanalisi ha fatto dei passi avanti al riguardo?
Assolutamente sì. Possiamo dire che la psicoanalisi sorge con il sorgere di questa stessa domanda "Che vuole la donna?", quesito che Freud ha estratto dall'inconscio e ha formulato a chiare lettere. E' un quesito prettamente moderno, che appare con la frattura che la modernità introduce nella tradizione ebraico cristiana, la nostra. E' stato Lacan ad aver storicizzato il quesito di Freud e ad aver risolto l'enigma. La psicoanalisi, l'esperienza psicoanalitica di ciascuno, se portata fino in fondo, conduce alla soluzione del quesito.
LA FELICITA'... MOLTI LA PROMETTONO. COSA NE PENSA LA PSICOANALISI? E' UN TRAGUARDO RAGGIUNGIBILE?
La psicoanalisi non la promette, è la sua differenza rispetto alle psicoterapie del mercato. Per contro si può tranquillamente dire che la raggiunge. Il percorso intermedio, che è quello di una 'analisi, trasforma radicalmente le componenti chimiche della felicità. Che inizialmente è impossibile perchè è composta da una miscela esplosiva, più il soggetto pensa dia avvicinarvisi e più soffre, e ciò è dovuto a quella che la psicoanalisi chiama la pulsione di mort. Con un'analisi la chimicha soggettiva - mantengo questa metafora che rende bene l'idea - cambia. La componente di pulsione di morte si alleggerisce e il soggetto può arrivarei alla sua meta, che nel frattempo ha cambiato miscela, non è più esplosiva, è alleggerita, è svuotata, è divenuta ciò che Lacan indica con il nome di desiderio. La felicità è abitare il proprio desiderio, non è un'orgia di godimento. E come tale è raggiungibile, è il vero fine di unanalisi.
ESISTE UNA DIFFERENZA SESSUALE CHE RIGUARDA LA RICERCA DELLA FELICITA'?
L'amore, la coppia, il matrimonio, il divorzio, il rimatrimonio, sono tutti tentativi, a volte maldestri, che i soggetti fanno per cercare la felicità a partire dalla differenza sessuale. La solitudine e la mancanza che marcano ciascuno di noi nella sua posizione sessuata, ci fanno cercare un balsamo nell'altro. E' una ricerca legittima, se la strada è ricca di incidenti è per via della domanda da cui siamo partiti, "Che vuole una donna?", una domanda che in questa ricerca della felicità funziona come fonte di angoscia e come punto di smarrimento, per le donne altrettanto che per gli uomini, una domanda accecante che fa accettare condizioni di infelicità anche grande nelle relazioni, in nome del fantasma con cui ciascuno risponde inconsciamente all'enigma.
10 nov 2010
Segreteria SLP RIMINI: Intervento pronunciato in occasione della giornata in preparazione al Convegno di Torino 2010 “DALLA PARTE DELL'INCONSCIO”
LA "COMUNICAZIONE OUTRE" IN UN TESTO DI GIORGIO GABER di Omar Battisti.
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Il testo di cui vorrei trattare si chiama "Il porcellino", ed è un monologo tratto da "Anni affollati", la stagione teatrale di Gaber dell'anno 1981.
Ho pensato a questo testo per due motivi: il primo è che c'è qualcosa che mi parla dell'inconscio; il secondo è che questo qualcosa è l'ipotesi che Gaber stia parlando segretamente con Freud.
"Il porcellino" è realmente presente in scena: in una gabbia è chiuso un porcellino d'india con cui Gaber sta parlando. Questo porcellino è chiamato "Gismondo". L'associazione che mi viene in mente è quella tra Gismondo – Sigismondo e Sigmund.
Inoltre c'è una serie che vorrei estrapolare dal testo: parola – gioco – libido – morte. Questa catena mi pare come qualcosa lungo cui scorre una questione che si potrebbe porre su due piani: su un primo piano si tratterebbe di come è possibile farsi capire da un altro; su un altro piano invece si tratterebbe del fatto che manca "la possibilità di dire una cosa a un altro".
L'aver chiamato il porcellino "Gismondo" mi porta ad alcune considerazioni: l'altro con cui Gaber sta parlando, e aggiungo con cui sta cercando di farsi capire, è un animale in gabbia che ha un nome che evoca quello di Freud. Gaber gli spiega che "la parola è importante" perchè "Se tu a uno gli fai: , quello sta zitto", ma quando gli intima di mangiare il mandarancio che gli ha portato, di fronte al fatto che il porcellino non lo mangia, considera che "la parola non è tutto" e che "esistono linguaggi più semplici e misteriosi", "quelli della comunicazione ". Ed ecco allora che il richiamo va al gioco. Mi preme evidenziare che, al di là di quello che Gaber dice rispetto al gioco, alla fine di questo passaggio è come se si accorgesse che il porcellino non lo ascoltava, era "distratto", perchè forse è "un pò imbecille". Quindi, si potrebbe dire che questo altro non può capire.
Ecco allora che si passa dal gioco alla "libido", al livello di quelli che Gaber nel testo considera come istinti uguali per tutti, dunque un livello dove forse potrebbe capirsi con il porcellino Freud. Tuttavia anche qui viene "respinto" e Gaber comincia una breve disputa dove ricorda l'importanza dell'amore per trovare "un punto di intesa", "una penetrazione". A partire dall'equivoco delle penetrazione, si potrebbe dire che Gaber constata il fallimento della comunicazione con l'altro in questione, il porcellino Freud, e passa a trattare della morte, come "qualcosa che valga per me, per te". Qui vorrei precisare che non è più in questione il fatto di potersi capire con un altro, ma che ci sia qualcosa da cui nessuno può sfuggire, con cui ognuno è costretto a fare i conti. Ma nel proseguo del monologo Gaber parla del fatto che ha visto un porcellino morire e considera che "quando si muore bisogna anche godere" e che "il peggio è per chi assiste". A partire da questa frase è come se ci fosse un repentino cambio di registro, cioè è come se Gaber non stesse più parlando con il porcellino, ma parlasse con un altra dimensione. Infatti continua dicendo: "E mio padre moriva". Di fronte a questa morte Gaber porta in primo piano che "non basta capire, bisognerebbe essere". Quindi a questo livello non sarebbe importante la possibilità di farsi capire, ma forse si potrebbe dire che c'è in gioco la possibilità di condividere un'esperienza di fronte alla quale "mancava la possibilità di dire una cosa ad un altro". Vorrei far presente che non si tratterebbe tanto della mancanza di una parola da dire, ma ancora più radicalmente, è la possibilità stessa del dire che manca. Quindi non è tanto che manca la parola ma che manca proprio il dire. Davanti a questa mancanza radicale, Gaber fa presente nel monologo che allungò una mano verso il padre morente, "ma con paura, senza amore", e aggiunge che "forse è solo questo che possiamo fare senza ingannare noi stessi". Questo passaggio mi evoca la frase di Lacan che l'angoscia è ciò che non inganna, e mi riporta al reale di Lacan. Il monologo termina con Gaber che si chiede: "Ma se non esiste più neanche un essere [...] con cui puoi..." e non termina la frase, come a rincarare la dose sul fatto che manca la possibilità di dire. Ciò che resta è la fine del monologo, con Gaber che ripete per tre volte la frase "sono solo!", l'ultima volta con un grido che mi da i brividi.
4 nov 2010
CHE VUOLE LA DONNA? Commedia e drammi della differenza sessuale alla ricerca della felicità
CONFERENZA PUBBLICA GRATUITA
VENERDI' 19 NOVEMBRE DALLE 21.00 ALLE 23.00
PRESSO SALA DEGLI ARCHI PALAZZO DELL'ARENGO - PIAZZA CAVOUR RIMINI
INTERVIENE: LUISELLA BRUSA Psicoanalista della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, membro A.M.P. ed E.F.P.
27 ott 2010
PROGRAMMA 2010-2011 DELL'ANTENNA DEL CAMPO FREUDIANO DI RIMINI
Istituto
freudiano
PER LA CLINICA, LA TERAPIA E LA SCIENZA
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ATTIVITA'
Gli insegnamenti delle Sezioni cliniche e delle Antenne del Campo freudiano sono finalizzati alla formazione scientifica di psicoanalisti, psichiatri, psicologi, assistenti sociali, educatori, operatori del campo della salute mentale e di coloro che, a diverso titolo, desiderino acquisire una formazione nel campo della psicoanalisi. Le attività dell’Antenna di Rimini prevedono un Seminario di lettura e commento del testo di Jacques Lacan “ Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante (1971) ”, tenuto da Docenti delle Sezioni cliniche europee, un Seminario di discussione dei casi clinici, presentato da Docenti dell’istituto freudiano, Gruppi di studio, Conferenze con l’obbiettivo di sviluppare e approfondire nozioni relative alla pratica clinica attraverso l’uso degli strumenti teorici e concettuali della psicoanalisi.
Tutte le Sezioni cliniche sono dirette da JACQUES-ALAIN MILLER, Direttore del Dipartimento di Psicoanalisi dell’Università di Parigi VIII.
www.istitutofreudiano.it
www.scuolalacaniana.it
www.bibliotecalacaniana.it
www.lapsicoanalisi.it
www.forumpsi.it
www.cecli.it
INFO
Istituto Freudiano, via Palestro, 30 – 00185 Roma
tel. 06 6786703 – Fax 066786684
e-mail: segreteria@istitutofreudiano.it
TEMA DELL’ANNO
Tra l’uomo e le donne
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SEMINARIO FONDAMENTALE
Il Seminario fondamentale è costituito da due insegnamenti: uno teorico, che prevede la lettura ed il commento di un testo di Jacques Lacan ed uno pratico che prevede l’esposizione di casi clinici che evidenzieranno il valore operativo della teoria.
Testo di riferimento
Lettura ed il commento del testo di Jacques Lacan:
“Il Seminario. Libro XVIII. Di un discorso che non sarebbe del sembiante”,
Einaudi, Torino 2010
20 novembre 2010
Docente invitato: Luisella Brusa (Milano)
Caso clinico presentato da: Giuliana Capannelli (Ancona)
22 gennaio 2011
Docente invitato: Jean-Louis Gault (Parigi)
Caso clinico presentato da: Ezio De Francesco (Roma)
26 febbraio
Docente invitato : Carole Dewambrechies-La Sagna (Bordeaux)
Caso clinico presentato da: Brigitte Laffay (Conegliano Veneto)
12 marzo 2011
Docente invitato : Massimo Termini (Roma)
Caso clinico presentato da: Cristiana Santini (Fano)
16 aprile 2011
Docente invitato : Esthela Solano Suarez (Parigi)
Caso clinico presentato da: Pasquale Indulgenza (Bologna)
ORARI
Seminario teorico: ore 09:00 – 13:00
Seminario di casi clinici: ore 14:30 – 17:30
LUOGO
Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 – RIMINI
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Gruppo di studio 1
Seminario di introduzione alla lettura di Sigmund Freud
Sessualità versus sessuazione
Testi di riferimento
S. Freud, Tre saggi sulla teoria sessuale (1905), in Opere, vol.IV, Boringhieri, Torino 1978, pp. 514-534;
S. Freud, Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi (1925), in Opere, vol. X, Boringhieri, Torino 1978;
S. Freud, La femminilità (1932), in Opere, vol. XI, Boringhieri, Torino 1978;
S. Freud, Analisi terminabile e interminabile (1937), in Opere, vol. XI, Boringhieri, Torino 1978, pp. 533-535
Coordinano
LORETTA BIONDI, FEDRA BUCELLI
Date
21 novembre 2010
14 dicembre 2010*
23 gennaio 2011
27 febbraio
13 marzo 2011
17 aprile 2011
Orario
ore 08:30 – 11:00
Luogo
Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 - RIMINI
* ore 20:00 – 22:30 viale Dardanelli, 11 - RIMINI
Gruppo di studio 2
Seminario di introduzione alla lettura di Jacques Lacan
Sulla sovra determinazione in psicoanalisi Testi di riferimento A. Lacan, Il seminario su "La lettera rubata", in Scritti, vol. I, Einaudi, Torino, 1974. J. Lacan, Il Seminario. Libro II. cap. XXIII, Psicoanalisi e cibernetica, o della natura del linguaggio. Conferenza, Einaudi, Torino, 2006. J. Lacan, Il Seminario. Libro IV. Cap. XIV, Il significante nel reale, Einaudi,Torino, 1996. S. Freud, L'interpretazione dei sogni, in Opere, Vol. III, Bollati Boringhieri, Torino,1998. Edgar Allan Poe, La lettera rubata, Mursia Editore, 2009.
Coordinano
RAFFAELE CALABRIA, MARIA ANTONELLA DEL MONACO
Date
21 novembre 2010
23 gennaio 2011
27 febbraio 2011
13 marzo 2011
17 aprile 2011
15 maggio 2011*
22 maggio 2011*
Orario
ore 11:15 – 13:15
Luogo
Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, viale Vespucci, 71 - RIMINI
* ore 10:00 – 12:30 via Roma, 7 - RIMINI
Laboratori di costruzione logica del caso clinico
Un allievo dell’Istituto presenta un caso della sua pratica, come conclusione di un lavoro confrontato con gli altri suoi colleghi, perché uno psicoanalista ne evidenzi e colga valori operativi in riferimento alla struttura, la funzione del sintomo, la diagnosi.
Date
20 novembre 2010
22 gennaio 2011
26 febbraio 2011
12 marzo 2011
16 aprile 2011
Orario: ore 18:00 – 20:00
Luogo
Hotel RAMADA RIMINI VILLA ROSA, Viale Vespucci, 71 – RIMINI
Coordinano
GIULIANA CAPANNELLI, EZIO DE FRANCESCO, BRIGITTE LAFFAY, CRISTIANA SANTINI, PASQUALE INDULGENZA
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L E C O N F E R E N Z E P U B B L I C H E
• Venerdì 19 novembre 2010
Relatore: LUISELLA BRUSA
Orario
ore 20:45 – 23:00
Luogo
Sala del Buonarrivo - Palazzo della Provincia, Corso d’Augusto, 231 - Rimini
• Venerdì 21 gennaio 2011
Relatore: JEAN-LOUIS GAULT
Orario
ore 20:45 – 23:00
Luogo
Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini
• Venerdì 25 febbraio 2011
Relatore: CAROLE DEVAMBRECHIES-LA SAGNA
Orario
ore 20:45 – 23:00
Luogo
Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour - Rimini
• Venerdì 11 marzo 2011
Relatore: MASSIMO TERMINI
Orario
ore 20:45 – 23:00
Luogo
Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini
• Venerdì 15 aprile 2011
Relatore: ESTHELA SOLANO-SUAREZ
Orario
ore 20:45 – 23:00
Luogo
Sala degli Archi – Palazzo dell’Arengo, piazza Cavour – Rimini
Sono stati richiesti i crediti ECM
Antenna DEL CAMPO FREUDIANO di Rimini
Segreteria organizzativa
Viale Dardanelli, 11 - 47921 Rimini
Mob. 335 8092575
E-mail: antennarn.istfreudiano@gmail.com
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Iscrizione
La domanda di ammissione va inviata entro il 15 novembre 2010 alla Segreteria organizzativa (per e-mail o per posta).
L’iscrizione risulterà effettiva dopo l’accettazione della domanda ed il pagamento della quota d’iscrizione.
Quota intera: € 300,00
Quota studenti: € 250,00
Commissione di coordinamento
Antonio Di Ciaccia, Presidente dell’Istituto freudiano
Loretta Biondi, Coordinatore
Fedra Bucelli, Coordinatore
Raffaele Calabria, Coordinatore, Docente incaricato
Maria Antonella Del Monaco, Coordinatore, Docente incaricato
Intervento pronunciato il 18/09/2010 in occasione della giornata "Intercartelli" organizzata dalla Segreteria della S.L.P. di Rimini e Bologna
"LA MIA ESPERIENZA DEL CARTELLO"
Domenico Cimino
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Alcuni anni fa ho partecipato al mio primo Cartello.
Eravamo quattro “più uno” e abbiamo lavorato insieme per circa tre anni.
Il Cartello, così come avviene per l’analisi, richiede una certa regolarità e un certo sforzo.
E’ un gruppo in cui ci si incontra regolarmente e si lavora intorno ad un argomento o a uno scritto, da angolature soggettive anche molto diverse tra loro e si tenta di testimoniare e trasmettere del proprio lavoro singolare che è svolto in solitudine.
Il Cartello ha a che fare con il sapere, ma di quale sapere si tratta?
Se ripenso al mio percorso universitario posso testimoniare di un mio diverso rapporto con il sapere.
Per me il sapere universitario era l’assimilazione di un certo numero di formule da ripetere a chi mi avrebbe valutato, ed eventualmente riconosciuto attraverso un atto simbolico che mi avrebbe autorizzato a praticare.
Il sapere universitario era per me un sapere soporifero che non includeva la mia soggettività.
Ho trascorso il periodo dell’Università “desiderando di ricevere la patente come a scuola guida”, come afferma Lacan a proposito della formazione dell’analista.
Successivamente, una volta raggiunto il tanto agognato titolo, sono andato alla ricerca di strumenti grazie ai quali svolgere la professione di psicologo.
Tale ricerca si era delineata proprio perché, ma ancora non me ne rendevo conto, il sapere accumulato all’Università mi lasciava in una posizione di impotenza e smarrimento.
Poi ho incontrato la psicoanalisi.
Il sapere di cui si tratta nel Cartello non è lo stesso del sapere universitario.
Ciò che conduce al sapere, afferma Lacan , non è il desiderio di sapere ma il discorso dell’isterica.
Nella teoria dei “quattro discorsi” concettualizzata da Lacan , vediamo che al sapere vengono assegnati diversi destini a seconda del discorso preso in considerazione.
Nel discorso universitario il sapere è collocato nel luogo dominante del discorso, il posto dell’agente.
Il sapere nel discorso universitario non solo è in una posizione di comando, ma è anche situato sopra la barra della rimozione, sotto cui troviamo, nel posto della verità, S1, il significante padrone.
Nel discorso dell’università, per quanto riguarda il sapere, si tratta di un sapere saputo, un sapere teorico , cumulabile, la cui verità non è l’insegnamento, infatti il luogo dell’agente è anche chiamato da Lacan parvenza, ma il tentativo di comando di colui che insegna nei confronti degli studenti.
Ciò non significa che l’insegnate sia un dittatore, ma si tratta di una struttura discorsiva, quindi che fa legame sociale e gruppo, in cui il sapere è fatto agire ed è condizionato dall’autorità che l’autorizza (S1) e che prevede che ci sia identificazione.
Per quanto riguarda il discorso dell’isterica, si tratta di un funzionamento discorsivo che è centrale anche per l’analizzante.
Per Lacan il soggetto in analisi deve passare per il discorso isterico proprio perché attraverso il sintomo (S barrato), interroga il Significante padrone (S1) per produrre un sapere (S2) .
Tuttavia, il sapere prodotto è contrassegnato dall’impossibilità con il termine che occupa il posto della verità, ovvero l’oggetto causa del suo desiderio.
Nel discorso dell’analista il posto della verità è occupato dal sapere (S2).
Il sapere in questa posizione sta ad indicare che la verità come sapere è un enigma .
Nel discorso dell’analista, egli opera attraverso l’interpretazione in modo allusivo, enigmatico, in un modo che non rinvii ad un significato ma che, attraverso un semi-dire , spinga il soggetto a produrre il proprio sapere fino al suo limite.
Il soggetto in analisi attraverso l’associazione libera, infatti, è paradossalmente costretto a produrre un proprio sapere.
Per cui possiamo affermare che il sapere relativo al cartello non è assimilabile al sapere del discorso dell’università, in quanto questo è un sapere autoritario.
Si avvicina al discorso dell’isterica in quanto spinge alla produzione di un sapere, ma rimanda al sapere del discorso dell’analista poiché in tale discorso il sapere in gioco è dalla parte del soggetto ed è limitato.
Lacan afferma che lo psicoanalista deve rinunciare ad ogni tentazione di rispondere anche solo un po’ alla domanda , deve cioè rinunciare a promuovere l’identificazione nel paziente.
Lo stesso avvertimento sembra essere l’intento di Lacan di far ruotare il lavoro della Scuola intorno al Cartello.
Il Cartello non a caso è contemporaneo alla creazione della Scuola.
Per Lacan è impossibile che gli psicoanalisti formino un gruppo ed è proprio per questo che inventa il Cartello.
Miller osserva che con la creazione del piccolo gruppo per effettuare il lavoro della Scuola, Lacan intendeva istituire un dispositivo di lavoro non gerarchico, in cui venisse meno l’identificazione al leader, a colui che detiene il sapere .
Lacan non disconosce il fatto che in ogni gruppo ci sia un leader, ma lo fa funzionare come un leader modesto, misero .
Per quanto riguarda il mio posto nel Cartello a cui ho partecipato, mi ero domandato da quale angolatura affrontare l’argomento scelto.
Decisi di partire da ciò che in quel periodo suscitava in me molti interrogativi.
Partii dal lavoro che effettuavo in ambito sociale ed educativo, a contatto con ragazzi con diagnosi di ritardo mentale.
Il lavoro con questi ragazzi destava in me numerosi interrogativi e non potevo accontentarmi di considerare il ritardo mentale unicamente come il risultato ad un test.
Questa insoddisfazione è stato il motore del mio lavoro nel Cartello e insieme agli altri membri, non ho trovato delle risposte, ma ho potuto ricalibrare la mia posizione nel lavoro con queste persone.
E’ interessante notare che in questo fenomeno il soggetto si pone, nei confronti del sapere, in una posizione particolare.
Il soggetto con ritardo mentale, nell’ottica di Lacan, si fa infatti debile per lasciare la verità e il sapere nel luogo dell’Altro, e rimanere così in una posizione in cui non sia messa in gioco la soggettività .
4 ott 2010
Resoconto della gionata "Intercartelli" a Ravenna
Sabato 18 settembre 2010 si è tenuta a Ravenna una giornata di studio, promossa dalle segreterie di Bologna e di Rimini e dedicata al lavoro dei cartelli.
I primi complimenti vanno fatti ai relatori cartellizzanti: tutti, nell'agilità del loro testo, hanno testimoniato dell'effetto soggettivo che la logica del non-tutto del cartello produce.
Grazie, poi, ai discutants e moderatori: le loro sollecitazioni e puntuali domande hanno prodotto un vivace dibattito anche da parte del pubblico partecipante. Tra gli interrogativi significativi: come si fa a trasmettere un sapere che abbia a che fare con l'inconscio? In cosa si differenzia il sapere prodotto dal cartello rispetto al sapere universitario?
Un grazie particolare al responsabile nazionale dei Cartelli, C. Viganò, che nelle conclusioni ha saputo articolare soggettivazione del sapere sorto nel cartello e spazio dell'atto conclusivo del cartello stesso, cioè il prodotto scritto.
Il tutto nella cornice di una bella riflessione che la presidente della SLP, P. Francesconi, ci ha donato nella sua presentazione della giornata e che riporterei in questo modo: la verità anamorfica del cartello è un sapere che è già lì e che attraverso il lavoro del piccolo gruppo potrà diventare un nuovo sapere.
Ci siamo così trovati a vivere, con un certo fascino, un momento di Scuola.
Cordialmente
Raffaele Calabria
Il libro di cui si parla: "Il bambino e le famiglie".

15 set 2010
Tu puoi sapere. Il lavoro del cartello rende vivo il testo della psicoanalisi.
Scuola Lacaniana di Psicoanalisi
segreterie di Bologna e di Rimini
organizzano
giornata di intercartelli
Tu puoi sapere.
Il lavoro del cartello rende vivo il testo della psicoanalisi.
18 settembre 2010
Ravenna
Sala Forum – Circoscrizione II° Via Berlinguer 11
ore 14.30 – 14.45 Presentazione della giornata : Raffaele Calabria
Introduzione: Presidente della SLP Paola Francesconi
ore 14.45 – 16.30 I° Sessione “Lo sviluppo di un nuovo sapere”
Moderatore: Gabriele Pazzaglia
Discutant: Carlo Viganò
Biondi Loretta: Sul bambino:nodi
Lelli Fabio: Violenza e parola
Bosi Beatrice, Menghi Celine, Mariarita Conrado, Vacca Monica: La scuola tra passe e cartello. Tu puoi non-sapere
Graziani Alessandra: Zibaldone
ore 16.30 – 16.45 pausa
ore 16.45 – 18.30 II° Sessione “Il transfert di lavoro”
Moderatore Carlo De Panfilis
Discutant: Maurizio Mazzotti
Tassinari Alide: Il lavoro di cartello termina? Note sul transfert di lavoro
Carlassara Olivier: Un cartel sull’angoscia
Alesiani Eloisa, Amabili Cristina, Catalini Mara, D'Altorio Daniela, Marcelli Adele: L’impasse sul sapere: un sorprendente motore del cartello
Cimino Domenico: La mia esperienza del cartello
ore 18.30 – 19.00 Conclusioni: Carlo Viganò
La partecipazione è aperta a tutti.
Verrà richiesto ad ogni partecipante un contributo di 10 € per spese gestione.
Verrà rilasciato attestato di partecipazione
Segreteria Amministrativa: Via Daverio 7, 20122 Milano tel.0254122747
22 apr 2010
15 apr 2010
JACQUES LACAN - SEMINARIO XVIII - DI UN DISCORSO CHE NON SAREBBE DEL SEMBIANTE

30 mar 2010
28 feb 2010
In preparazione al Convegno di Torino 5/6 Giugno 2010 “DALLA PARTE DELL'INCONSCIO” 13 Marzo 2010
14 feb 2010
Il Seminario - Libro III di Jacques Lacan, Ed. Einaudi - Le psicosi 1955-1956

1 feb 2010
IL BAMBINO E LE FAMIGLIE - PANOZZO EDITORE

15 gen 2010
Roberto Cavasola. Conferenza - La melanconia e la depressione nella questione femminile
Dalla pratica in una istituzione pubblica psichiatrica all'arte di Kiesloswski - Film blu - Roberto Cavasola ha tracciato chiare linee di demarcazione fra le due soluzioni sintomatiche: ciò grazie all'orientamento della psicoanalisi di Freud e Lacan. Perle rare nel tempo dell'impero dei farmaci e della cecità rispetto ai disagi, uno per uno.


6 gen 2010
congresso AMP Parigi SEMBLANTS ET SINTHOME dal 26 al 29 aprile 2010

4 gen 2010
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