Jacques Lacan, Ancora.

"l'inconscio non è che l'essere pensa, l'inconscio è che l'essere, parlando, gode, e, aggiungo, non vuole saperne di più.
Aggiungo anche che questo vuol dire non sapere assolutamente niente".


J. Lacan, Il Seminario XX, Ancora.


10 apr 2012


SEGRETERIA DI RIMINI DELLA SCUOLA LACANIANA DI PSICOANALISI


Tema dell'anno

LA SCUOLA DI LACAN


Cari colleghi vi ricordo che sabato 14 Aprile  si terrà il 2° dei tre incontri di lavoro sul testo di Jacques Lacan



PROPOSTA DEL 9 OTTOBRE 1967

Interviene

Luisella Mambrini
psicoanalista, membro SLP

  • commenterà l'algoritmo di avvio della cura e poi la fine della cura, in particolare la p. 29 con i due esempi di passe.

Discutono

Emanuela Radi
psicologa - psicoterapeuta, diplomata dell'IF

su

  • 1.       “Il desiderio dello psicoanalista è la sua enunciazione, la quale può operarsi soltanto affinché esso arrivi nella    posizione della x”.


Il desiderio dello psicoanalista rappresenta una funzione operativa che, quando è ben installata nella sua posizione simbolica all'interno della relazione analitica, implica la possibilità di mettere e mantenere in gioco un'enigma che lo psicoanalizzante è chiamato a sciogliere. Lo psicoanalizzante compie un lavoro di elaborazione su ciò che di enigmatico il suo discorso gli mostra rispetto alla natura del suo desiderio.
Ma questa frase di Lacan dice qualcosa di più, ovvero che il desiderio dello psicoanalista è l'enigma stesso andando ad occupare la posizione della x.
Cosa significa questa affermazione e come si declina nella specificità della relazione analitica?

2.       Una riflessione sulla posizione di “extraterritorialità scientifica” (v. Situazione della psicoanalisi e formazione dello psicoanalista nel 1956, p. 484) assunta dalla psicoanalisi.

Già nel 1956 Lacan si interroga sui rapporti della psicoanalisi con l'esterno. Osserva che il reale preso di mira dalla scienza “destituisce il soggetto” e che gli effetti di “segregazione intellettuale” a cui va incontro la psicoanalisi (p. 454) si mostrano già agli psicoanalisti dell'epoca di Lacan: l'“astuzia competitiva” e la “pregnanza narcisistica” delle teorizzazioni a lui contemporanee oscurano l'evidenza che l'uomo, da prima della sua nascita alla sua morte, è preso in maniera singolare nella catena simbolica e che quindi non è possibile riportarlo alla norma ricorrendo a protocolli universali.
Come si giocava allora la partita tra singolare e universale, tra psicoanalisi e scienza? C'era apertura alla discussione (principio di ogni progresso scientifico, culturale e sociale) oppure l'attuale vilipendio a cui è sottopsosta la psicoanalisi ci permette di dire che niente è cambiato?



Loredana Zani
psicologa - psicoterapeuta, partecipante SLP

su

  • 1) "Ma forse ponendo il soggetto come ciò che un significante rappresenta per un altro significante, potremo rendere la nozione del soggetto supposto più maneggevole: il soggetto è lì ben supposto, precisamente sotto la barra stessa tracciata sotto l'algoritmo dell'implicazione significante " p.15.

  • 2) "Chi meglio di questo psicoanalizzante nella passe potrebbe autentificarvi la qualità di una certa posizione depressiva?Qui non sventagliamo niente. Non ci si può dare delle arie, se non ci si è arrivati"p.22.


Coordina

Simona Zaghini
responsabile alla Biblioteca - Segreteria SLP di Rimini



L'incontro si svolgerà dalle ore 15.00 alle ore 17.00 nella sede della Segreteria di Rn della SLP, in Via Roma 7, Rimini.

Cari saluti
M. Antonella Del Monaco
Simona Zaghini
Pierangela Pari